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Cerci-Immobile: gemelli per la vittoria!

Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 
Torino - Genoa 2-1, l'Editoriale di Gino Strippoli / I due minuti granata... e che bravo questo Vesovic!

Sembra davvero averci preso gusto il Toro di Giampiero Ventura a far sua la partita in una manciata di  minuti. Era successo contro il Catania, sotto di un gol e poi vincente in 6 minuti circa, ed è successo ieri contro il Genoa con una vittoria arrivata, sotto di un gol, tra il 91' e il 93' ( secondo più secondo meno). Due minuti che sono il simbolo di una volontà di non arrendersi ad una sconfitta ormai certa. Questo è il Toro che tutti sognavamo, quello che  ti fa "godere" perché non  alza mai bandiera bianca. Una mentalità vincente che il mister ha dato alla squadra, giorno dopo giorno, partita dopo partita. Un'altra squadra dopo aver raggiunto il pareggio al 91' si sarebbe accontentata. Il Toro no! Il Toro è andato subito a cercare la vittoria con tutta la forza possibile e l'ha trovata. Per ha meritato di vincere. Il Genoa, invece, sul vantaggio ha pensato di aver già incamerato i tre punti: si sa che le partite finiscono al fischio dell'arbitro.

Due minuti trasformati in oro dai “gemelli del gol”, Cerci e Immobile - e possiamo  proprio chiamarli così -  visto che hanno timbrato la vittoria con due gol da cineteca e hanno raggiunto la “modica cifra” di 32  gol in due: 19 il Ciro granata, capocannoniere senza aver tirato mai rigori o punizioni,  e 13  Alessio  “il magnifico”. Spettacolari i due gol, quasi in fotocopia, come due veri gemelli. Due azioni personali impreziosite da due tiri indirizzati nel sette alla sinistra dell'incolpevole Perin. Ma il Toro non è stato solo loro. Gazzi, entrato sul finire della partita, ha sradicato palloni su palloni a centrocampo dando il via proprio all'azione del secondo gol granata. Un po' in ombra invece Vives, poco in calibro con i passaggi ma dopo una stagione giocata ad alti livelli, può anche starci il non essere perfetti. 

Un Toro che è stato piacevole nel primo tempo, ma che non è mai riuscito a capitalizzare e finalizzare tutto il grande lavoro di aggressività e di buone trame di gioco, tant'è che nel secondo tempo il ritmo granata è calato di netto facendo emergere in campo più il colore rossoblù. Poi il gol di Gilardino che avrebbe tramortito chiunque a sei minuti dalla fine, ma non i tifosi che hanno continuato a inneggiare alla squadra, e nemmeno i giocatori granata che hanno sempre creduto alla vittoria finale. Alla fine, un tripudio è sceso sullo stadio al gol di Cerci come da anni non accadeva. Chissà quanti genoani rimpiangeranno il Ciro “Nazionale”, un giocatore mai considerato, come avrebbe dovuto, e mai aspettato. Ventura lo ha plasmato e gli ha dato fiducia sin dal primo allenamento. Una volta si diceva che il Toro non vinceva  perché  non aveva  i giocatori cosiddetti risolutori, cioè quelli che anche in partite difficili dove la prestazione non è al massimo sapevano portarti alla vittoria. Oggi il Toro ha questi giocatori!

Una squadra imperniata su un'ottima cerniera difensiva che a volte può anche balbettare come in alcuni casi contro il Genoa,  ma alla fine ne esce sempre bene. Marko Vesovic, che aveva giocato solo contro l'Inter, ha disputato 90 minuti di ottima fattura. Non ha mai perso la sua posizione, ha controllato bene i suoi avversari che si alternavano sulla fascia, ha duellato come sa fare un centrocampista di carattere, ha sempre messo la gamba e si è pure concesso il lusso di dribblare un paio di volte due avversari alla volta con tecnica e senza paura: il futuro è suo e bravo Petrachi ad averlo scovato. Male invece El Kaddouri, e spiace dirlo dopo una vittoria così importante. Il ragazzo che ha indubbie qualità tecniche, è apparso svogliato. Alla tecnica si dovrebbe accompagnare anche tanta grinta e lui questa non ce la mette proprio. Troppi sono i palloni che perde. La bocciatura suona male dopo una vittoria, quindi per adesso lo diamo per  rimandato, ma che ripari subito, visto che mancano solo più poche  partite alla fine del campionato.

Non è stata una vittoria limpida a livello di prestazione, ma è stata una vittoria meritata perché oggi il Torino è una squadra compatta come non mai che ha acquisito una mentalità più che vincente. Incapace di arrendersi all'evidenza, capace di sovvertire il risultato a sfavore. Una squadra che non sa alzare bandiera bianca!