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Che bello questo Toro Europeo!

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L'editoriale di Gino Strippoli /  I granata vincenti con 'Quaglia'- Gol  e con una grande prestazione che va ben oltre il risultato
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

Un Toro vincente in una notte europea, con una prova convincente che va al di là del risultato quantificato in un solo gol di scarto. Ventura e i suoi ragazzi hanno dominato gli avversari, prima dal punto di vista tattico, e poi con la voglia di vincere messa in campo. Una partita gagliarda, frizzantina, con occasioni da gol di marca granata, tanto che se anche fosse finita a reti bianche si sarebbe dovuta giudicare comunque positiva per il Torino. Son quelle partite che portano entusiasmo tra i tifosi, perché condite di bel gioco, di belle azioni corali, di grinta e lucidità, ma soprattutto di voglia di far vedere che il Toro è una squadra che può giocarsela alla pari con tutti.

Il Copenaghen visto ieri è squadra tignosa, molto atletica e fisica, difficile da superare sulle palle aeree eppure ad un certo punto della partita il 'piccolo' Martinez (anche se poi sorpreso in fuorigioco) è andato a prendersi una palla alta uncinandola al volo con il destro e soffiandola ai mastodontici danesi. Questo è il tipico esempio di carattere messo dalla squadra per tutta la partita.

Un Toro impeccabile in difesa, che ha rischiato solo una volta con un tiro di Kacaniklic che ha fatto la barba al palo di Gillet, mentre a centrocampo è arrivato - ed erano anni che mancava - un vero faro di invenzioni e di fantasia come Juan Sanchez Mino, che partita dopo partita, si sta confermando sempre più ad alti livelli di tecnica calcistica. L'argentino ha avuto invenzioni per tutti: pallonetti in area per gli attaccanti, scambi e triangolazioni  con Darmian e con Molinaro. Una vera luce in mezzo al campo, cercato sempre da tutti i compagni. Poi quando ha deciso che era ora di tirare, quasi da fermo, il portiere si è dovuto salvare in angolo. Il numero uno danese si è poi dovuto superare anche su un incursione di Martinez, salvando anche su uno shoot forte di Molinaro.

I due esterni granata, Darmian e Molinaro, poi sono stati encomiabili per impegno e per tatticismo, perché non hanno mai scoperto la loro fascia nonostante in fase di attacco siano sempre stati attivissimi con cross e ripartenze veloci. E' un Toro che si è dimostrato squadra, con giocatori giovani e meno giovani che non si sono mai sottratti all'impegno e l'esempio in questo senso va visto nella rincorsa di Amauri verso un pallone  che ha cacciato in fallo laterale all'altezza della bandierina dell'angolo danese, tra il portiere e un difensore, bloccando una nuova azione  avversaria.

Poi è arrivato nell'assalto finale, anche lui, Quaglia–gol, conquistando il rigore all'ultimo minuto. L'azione è vibrante e il centravanti granata vien tirato giù platealmente. Mister Ventura esulta già, poi ci pensa il Fabio granata: la rete si gonfia dal dischetto ed è l'inno alla gioia granata. Tutto lo stadio è in festa, ed è giusto così.

Tutto è bene quel che finisce bene, nonostante una traversa di Moretti avesse fatto presagire la tipica partita stregata. Un dato è certo però; con la grinta di Gazzi nel mezzo del centrocamp, il Toro subisce meno il gioco avversario. Ma attenzione: il ragazzo non sa solo distruggere, ma anche far circolare la palla a centrocampo, e ieri lo ha fatto egregiamente.

Il dato significativo di questa partita che ha visto il Toro giocare costantemente in attacco (circa 18 i tiri verso la porta di Andersen) e comunque fare la partita senza mai subirla, è stata l'inoperosità di Jean François Gillet che non ha mai fatto una parata, eccezion fatta per una bella respinta in uscita alta.