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Verso Chievo-Torino/ Anche se l'attaccante gialloblu probabilmente partirà dalla panchina, è indubbio che per cuore ed attaccamento alla maglia siano loro i veri protagonisti della...
"Quest'oggi, finalmente, finisce la sosta invernale e si torna a fare sul serio. Niente più chiacchiere, niente più scuse, da questo momento solo il campo potrà tornare ad emettere verdetti. Con il pensiero innegabilmente rivolto anche alle vicende di calciomercato, i granata saranno di scena a Verona con una rosa decimata, dovuta alle numerose mancate convocazioni nonché a qualche sfortunato attacco febbrile. I gialloblu d'altra parte possono contare su una rosa più ampia e, nonostante le assenze di Gamberini e Zukanovic, tutto sommato in forma. Entrambe le compagini, comunque sia, hanno dalla loro due bandiere, entrambe ormai simbolo delle squadre che rappresentano: da una parte Glik, dall'altra Pellissier (anche lui passato, o meglio cresciuto nel Toro). Li separano tante differenze, dal ruolo al minutaggio, ma hanno un grande punto in comune: l'attaccamento, così raro di questi tempi, per le maglie che indossano.
"QUI GLIK - Inutile perdersi in troppe parole quando si parla di Glik. D'altronde, neanche lui apprezzerebbe. Lasciamo allora parlare i numeri: capocannoniere granata (!) al pari di Quagliarella, in questa stagione il difensore sta ripetendo quanto di buono fatto vedere finora, se non superando. Nonostante qualche piccolo svarione che ancora capita, è il leader indiscusso della squadra granata. La sua crescita è chiaramente visibile durante ogni partita e la sua esperienza in campo internazionale sta aumentando a vista d'occhio. Tredici presenze in Serie A, quattro gol (e un'espulsione diretta). Già, a volte è un po' irruento, ma i tifosi hanno imparato ad accettare, anzi ad apprezzare particolarmente questa sua verve agonistica. Anche in Europa si è dimostrato pilastro della difesa: sette match disputati per lui. Insomma, un vero trascinatore, un difensore nel pieno delle forze e della carriera, un cuore granata che dovrà caricarsi sulle spalle la squadra in questo momento complicato. Al Bentegodi bisogna vincere, e il polacco lo sa bene. Chissà che oltre alla solita prestazione generosa non riesca anche a gonfiare la rete. Il Toro ha bisogno del suo capitano.
"QUI PELLISSIER - I ruoli dei due, si diceva, sono ben diversi (uno difensore, l'altro attaccante), come sono diverse anche le rispettive situazioni. A 35 anni d'età Pellissier non riesce più ad essere titolare inamovibile così come lo era stato un tempo. Anche per lui, però, lasciamo parlare i numeri. Dodici anni con la maglia del Chievo, conditi con la bellezza di 404 presenze e ben 113 gol. Una media impressionante per una squadra che, partita dalla realtà in cui era, ha compiuto miracoli incredibili. Con i gialloblu l'attaccante valdostano ha giocato in Serie A, Coppa Italia, Coppa Uefa e addirittura nei preliminari Champions League. La sua storia, oltre che quella di un campione, è quella di un grande uomo. Corretto, sempre al suo posto dentro come fuori dal campo: classico esempio di professionalità per tutti i futuri calciatori, il giocatore che tutti i mister vorrebbero allenare. In Nazionale conta una sola presenza, peraltro con gol, e niente più. Forse avrebbe meritato più spazio, ma è uno di quelli che alle chiacchere da bar e alle polemiche preferisce il campo da gioco. Anche se non sarà della partita, o se entrerà a pochi minuti dalla fine, tanto basta per poterlo citare come il punto forte dei clivensi, che hanno costruito le loro fortune anche grazie a lui.
"Glik deve certamente trascorrere ancora qualche anno in granata per raggiungere il livello del collega del Chievo, ma è indubbio che la copertina del match spetti anche un po' a loro, capitani silenziosi sempre al fianco delle rispettive squadre.
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