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E così sono arrivate le rassicurazioni ai tifosi da parte dell'imputato numero 1, il capitano, che ha detto (scritto) che “le tensioni degli ultimi giorni non andranno a scalfire minimamente l'unità di intenti che esiste tra...
E così sono arrivate le rassicurazioni ai tifosi da parte dell'imputato numero 1, il capitano, che ha detto (scritto) che “le tensioni degli ultimi giorni non andranno a scalfire minimamente l'unità di intenti che esiste tra me, la società e lo staff tecnico”. Non sono, non ancora, scuse: quelle le aspetta Lerda, e le aspetta anche la società, mentre la tifoseria si aspetta nell'ordine le seguenti cose: 1) la multa da parte della proprietà; 2) le scuse, appunto, ma pubbliche; 3) l'accettazione di queste, e la chiusura della faccenda.Perché di veleni e polemiche non si sente il bisogno, ma di chiarimenti sì; e non é facendo finta che i problemi non esistano, come ha fatto Lerda quando nel post-partita ha detto di non aver visto il gesto di Bianchi (anziché rispondere “no comment, risolviamo in privato”), che questi si risolveranno.Ne sono venuti alla luce diversi: dalla reazione di Pellicori, che avrebbe dovuto essere unicamente felice di poter contribuire alla causa con un contributo foss'anche di quattro minuti (come ogni professionista, specie se lautamente pagato), al nervosismo esagerato dell'allenatore che ha litigato anche con Sgrigna, Rubinho e con i tifosi, i quali hanno inveito contro di lui (ricevendo in risposta solo un sorriso strano).Guai che a Torino abbiamo visto ripetersi mille volte: le presunte frizioni tra la “frangia Lerda” con ipotetico capitano De Vezze, e la “frangia anti-Lerda” con capitano il capitano, non sono una novità, e la causa é sempre lontana, in una società che é pochissimo presente sul luogo di lavoro delle “maestranze” (i calciatori), lasciandoli così liberi di dividersi e prendere il sopravvento.Confidiamo comunque ora nelle parole di Bianchi, che mai é stato insincero, specie verso i tifosi, e sulla sua volontà di trascinare la squadra in alto. Tutti impegni cui il bomber non é mai venuto meno. Confidiamo nel giusto comportamento da parte di tutte le componenti della società, dunque non in quelle del post-partita che oscillavano tra l'ignorare ed il minimizzare l'accaduto cercando di farlo passare -guai!- come roba consueta e normale; confidiamo che, davvero, si possa quindi ripartire tutti insieme verso l'obiettivo, come chiede Rolandinho. E' ancora possibile, nonostante le frizioni, nel momento in cui -in fondo- non si parla di un gruppo di amici, ma di colleghi di lavoro, che possono dimostrare di saper lavorare al meglio.
(foto M.Dreosti)
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