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La sudditanza psicologica c'è sempre stata, l'abbiamo vissuta sulla nostra pelle”. Angelo Cereser e Giorgio Puja, rispettivamente vice presidente vicario e presidente dell'Associazione ex calciatori granata, ospiti lunedì...
La sudditanza psicologica c'è sempre stata, l'abbiamo vissuta sulla nostra pelle”. Angelo Cereser e Giorgio Puja, rispettivamente vice presidente vicario e presidente dell'Associazione ex calciatori granata, ospiti lunedì sera della trasmissione “Forza Toro” in onda su Telestar, hanno ancora negli occhi la stagione 1971/72: in panchina c'è il “colbacco” Gustavo Giagnoni, presto idolo della curva Maratona. I granata si giocano lo scudetto con Juventus e Milan. A quattro giornate dallo stop il Torino è primo in classifica. Finirà con i bianconeri campioni d'Italia per un punto. “Nel finale di stagione – svela Cereser - i giornalisti ci dicevano che tanto non avremmo mai vinto il titolo. Noi la prendevamo sul ridire ma poi capimmo sul campo che cosa intendessero”. Due episodi, fra i tanti, hanno del clamoroso.
Il 12 marzo 1972 si gioca a Genova contro la Sampdoria. arbitra Barbaresco di Cormons, “ottimo vino, pessimo arbitro” come si dirà in seguito. Sul risultato di 1 a 1 Aldo Agroppi calcia il pallone alle spalle del portiere blucerchiato, “la palla è dentro di almeno mezzo metro - ricorda Cereser – a nulla vale la respinta di Lippi, ma il fischietto prima assegna la rete, poi si consulta con il guardalinee e l'annulla”. In campo scoppia la bagarre, capitan Ferrini viene espulso e il Torino subisce anche la rete del 2 a 1. La squadra di Giagnoni reagisce nell'unico modo che conosce: sul campo. Dopo il furto di Marassi arrivano cinque vittorie consecutive, tra cui il 2 a 1 nel derby. Il popolo granata sogna, ma non ha fatto i conti con un potere in grado i condizionare l'esito di una stagione (nulla di nuovo sotto il sole, insomma). “Mancano quattro giornate alla fine del campionato – dice Puja - si va a San Siro contro il Milan. Capita che sullo 0 a 0 c'è un lungo traversone in area rossonera. Cudicini esce sicuro e il nostro Toschi, piccolino, uno che evitava i contatti troppo duri, figurati se va a saltare di testa: si fa da parte quasi intimorito. Sopraggiunge Rosato che nella foga si scontra con il suo portiere che perde la palla. Toschi apre gli occhi e se la ritrova lì: appoggio, gol!”. Uno a zero? “Macché, l'arbitro annulla per fallo del nostro giocatore sul portiere, ti rendi conto?”. Il Milan vincerà la partita con un contestato calcio di rigore. La Juventus il campionato.
Come si vede, nulla di nuovo sotto il sole.
Paolo Aghemo
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