Siamo alle solite. Il Toro gioca bene, da grande squadra, domina il Milan per 87 minuti, per poi venire beffato ancora una volta da una classe arbitrale che ne combina più di Bertoldo: con Larrondo fermo a terra in area avversaria da ben tre minuti e con il cambio chiesto dai granata, il signor Davide Massa della sezione di Imperia decide di ignorare il tutto e far continuare a giocare così a 30 secondi dalla fine i rossoneri entrano in area, incocciano nella gamba sventurata di Pasquale e raggiungono il pareggio su calcio di rigore. Davvero incredibile, una vera beffa se si pensa che il primo dei due gol per la squadra di Allegri era arrivato all’87' di gioco in maniera davvero molto fortuita, con Muntari che scivolando trova il pallone facendolo carambolare lentamente nell’angolino basso alla destra di Padelli. Nell’occasione il vizietto del fuorigioco non è concesso dall’arbitro, visto che Balotelli non intralcia la visuale del portiere. Però che sfortuna! Poi appunto l’incapacità di saper dirigere una partita. Per regolamento quando un giocatore è a terra da diversi minuti l’arbitro ha l’obbligo di fermare il gioco e accertarsi dell’accaduto onde evitare o prevenire problemi alla salute del giocatore stesso, invece in questo caso non è stato fatto nulla. Ma questa non è omissione di soccorso? (La mia è una provocazione ma ci sta). E se il ragazzo al posto di una frattura (purtroppo) si fosse fatto male ancor più gravemente? Tutto ciò dopo aver visto il Toro far la partita, far suo il centrocampo, annullare l’attacco rossonero. Ma questi sarebbero i fenomeni del Milan? Gli osservatori del Celtic presenti in tribuna si saranno leccati i baffi. Forse si saranno chiesti se fosse il Toro l'avversario di Champions che dovranno affrontare. I granata sin dal primo minuto hanno saputo dare al proprio gioco verticalizzazioni veloci e ripartenze altrettanto potenti con El Kaddouri, Cerci e Immobile. Vives è riuscito a far girare bene il centrocampo, aiutato molto bene da Brighi e dai due esterni Darmian e D’Ambrosio. Su ogni pallone vagante il Torino è sempre riuscito ad arrivare per primo e questo è davvero un bel segnale, la palla ha frullato bene con i milanisti che per gran parte della partita si son visto schiacciare nella propria area.Se per Padelli doveva essere un battesimo di fuoco, c’è da riconoscere al numero uno granata di aver fatto la parata più difficile dell’intera partita. Una parata che sembrava valere tre punti, visto che si era sul 2-0 sul tiro ravvicinato a botta sicura di Balotelli. Peccato davvero perché se c’era una squadra che doveva vincere, quella era il Torino, con Ventura che ha saputo preparare bene la partita e con i ragazzi che hanno rispettato in pieno le consegne. I due gol granata sono stati stilisticamente eccellenti, con D’Ambrosio al 47' che, entrato in area, disorientava con un paio di finte Zaccardo e con un tiro secco faceva gonfiare la rete e con Cerci “il Magnifico” che, su un contropiede avviato da un assist stupendo di Ciro Immobile, lasciava dietro in velocità gli avversari andando a calibrare un tiro soffice preciso che si infilava alla sinistra di Abbiati.Cerci ieri sera è stato devastante ogni qualvolta decideva di partire, ma occhio alle prestazioni di Immobile e El Kaddouri. La strapotenza fisica e tecnica dell’algerino farà molto comodo al Toro di quest’anno. Nulla da dire anche sulla difesa: i tre centrali granata hanno difeso non bene ma benissimo, con Bovo superbo regista di retroguardia. L’ex genoano ha più volte sventato pericoli sulle ripartenze rossonere e impeccabili sono stati sia Glik sia Moretti.Se tutti aspettavano Kakà e Balotelli hanno invece trovato undici granata che in campo hanno messo cuore e intelligenza, riuscendo a fare ciò che nessuno prima della partita avrebbe osato pensare, ovvero dominare la squadra di Allegri. Il Toro al solito è stato diretto da una terna arbitrale davvero insufficiente. Un pareggio-beffa che tuona vendetta già per la prossima partita contro il Bologna dove il Toro deve solo proseguire la strada intrapresa contro il Milan e giocare come sa, ovvero facendo la partita senza paura. Gino Strippoli(foto M.Dreosti)
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Contro il Milan la grande squadra è il Toro
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