Per volare servono le ali. Una regola che non cambia nemmeno per una squadra come il Toro che lo scorso anno è ritornato in serie A grazie e soprattutto al gioco impostato sugli esterni alti. Inutile stare a pensare troppo, se una compagine ha fatto vedere le cose migliori con un sistema di gioco è giusto perseguirlo fino in fondo. D'altronde il Toro si è sempre espresso meglio e con buoni risultati quando ha saputo far la partita, meno quando ha aspettato troppo gli avversari, come è successo a Palermo, senza poi aver le cartucce necessarie per volare nelle ripartenze.
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Contro il Parma un Toro con le ali o no?
E’ chiara però una dinamica: quando il Toro gioca in casa gli avversari tendono a chiudersi a riccio nella propria meta campo per poi ripartire velocemente e in proposito il Cagliari insegna. Forse il gioco con le due ali d’attacco servirebbe maggiormente nelle partite esterne quando di solito sono gli avversari a condurre la partita. Contro i rosanero di Gasperini forse ( chiaro che manca la controprova) con i due esterni pronti a volare sulle fasce il Toro sarebbe stato senz’altro più pericoloso e avrebbe dato meno punti di riferimento ai palermitani. Inoltre quel centrocampo a tre non è che abbia poi filtrato molto le avanzate degli avversari. Il Parma è una squadra abituata a giocare palla a centrocampo per poi verticalizzare verso i suoi tre avanti. Difficilmente verrà a Torino a chiudersi e le squadre allenate da Donadoni hanno sempre espresso un buon gioco offensivo con ripartenze veloci.
E’ il Toro che dovrà fare la partita e per scardinare la difesa avversaria occorrerà essere più precisi in attacco ma soprattutto cercare di creare molte azioni da gol per Bianchi e chiunque sia la sua spalla. Occasioni per gonfiare la rete possono solo nascere dalla fantasia e dalla potenza che il Toro ha nel suo organico in giocatori come Santana, in ripresa ma difficilmente verrà rischiato (mai dire mai), Stevanovic potenza ancora del tutto inespressa ma capace quando va in progressione di essere irresistibile, Verdi dai guizzi imprevedibili, Cerci già croce e delizia dei tifosi granata che è il più fantasioso tra gli attaccanti e infine Birsa che non è propriamente una vera ala ma ha dei piedi davvero buoni e la capacità di avere buona visione di gioco e di essere ( almeno quando era in Francia) assist – man. In più oggi il Toro si ritrova ad avere, tra questi, due giocatori davvero freschi come Verdi e Birsa, in forma e pronti all’uso. Riflessioni e scelte che dovrà fare mister Ventura che ha a disposizione molte carte da giocare per trovare la via della rete.
Se si deve cercare la vittoria e si deve fare la partita il Toro non può che prescindere da ciò che esprimeranno i suoi esterni. Senza un faro a centrocampo, un vero regista con ottima visione di gioco capace di impostare l’azione anche le trame d’attacco granata diverrebbero troppo prevedibili per le difese avversarie. Poi se a gennaio arriveranno quei rinforzi di qualità che oggi mancano allora potremmo poi vedere anche un centrocampo di maggior peso capace però anche di dare il via alle manovre offensive. Linea offensiva che sarà sempre imperniata da capitan Bianchi che dovrà riscattare il gol fallito domenica scorsa e forse da Sansone, possessore di indubbia tecnica, che potrebbe staccare un biglietto da titolare vista l’attuale abulimia al gol di Sgrigna e Meggiorini.
Gino Strippoli
(foto Dreosti)
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