Dentro ad una fiaba.
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Copenaghen-Torino 1-5: dentro ad una fiaba
Una di quelle favole della quali non sai ancora il finale.
Ma pur sempre una bellissima favola.
Questa volta non l'ha scritta il noto scrittore danese Hans Christian Andersen, ma l'abbiamo scritta noi. Noi del Toro. Tutti insieme, da Tony, il magazziniere pilastro della squadra, ad Amauri, colui sul quale quasi nessuno sperava... Passando per più di un migliaio di tifosi meravigliosi che hanno scaldato e colorato Copenaghen, rendendola ancora più magica. Il volo totalmente granata, l'hotel totalmente granata, la città totalmente granata. Anche le scritte in centro erano granata. La piazza dell'Hotel d'Angleterre (il più famoso hotel della città) regalava frasi colorate che suonavano più o meno così : FORZA TORO, JUVE M A, TORO IN VIAGGIO.
I passanti si fermavano e ripetevano ciò che leggevano, noi granata saltavamo e cantavamo. Eravamo felici. Felici di essere finiti in un mondo fatato, di poterne fare parte, di poterlo vivere così intensamente. Mercoledì sera le migliaia di luci dei Giardini di Tivoli rendevano questa favola sempre più magica. Poco per volta arrivava altra gente granata. Chris (il mitico Toro inglese), Elena (la ragazza più bella di tutta la toscana), Silvia ed il suo papà, Gene, Rudy... ed addirittura Peter, Toro danese. Tra una montagna russa e l'altra, tra decine di piante fiabescamente illuminate, i nostri cori risuonavano nel nostro mondo fatato. La notte, poi, si continuava a sognare... Tutti abbracciati ad una sola sciarpa ed una sola maglia. Il giovedì mattina iniziato con vento e pioggia, presto si trasforma in una timida giornata di sole che accompagna le nostre ore.
Visitiamo la città insieme a Luca, italo-danese davvero fantastico, che granatizziamo in meno di un attimo. Lo salutiamo di fronte ad un fantastico buffet di aringhe, accogliendo con piacere il suo: FORZA TORO. La partita si avvicina, mancano poche ore, l'aria di Copenaghen si fa sempre più frizzante, tutti i granata fermano mamma per chiederle, questa volta, dove verrà organizzata la festa granata. Già, perché anche a Copenaghen, la mamma non smette di organizzare: GranataParty al "The Dubliner" (uno dei pochi pub che accettava i minorenni come me, Richi, Elena e Davide). Tutti i granata in fibrillazione, la partita è importante, anzi, fondamentale. A Copenaghen qualunque cosa è bella, il sole, il vento e la pioggia che sfiorano la Sirenetta, le ragazze bionde dal fascino disarmante, le piste ciclabili percorse da bici strane ed improbabili, i battelli ed i cavalli.
E poi uno stadio fantastico, degno di un mondo fatato. Un'acustica impeccabile rende i nostri cori quasi orchestrali, regalando ulteriore magia alla serata. Primo goal per il Copenaghen... Non riesco quasi a crederci... Ma in un attimo le cose cambiano ed in una frazione di secondo (perché la sensazione è stata questa), avvolti dentro al nostro coro, ci ritroviamo a leggere sul tabellone: 1-5, quasi increduli del fatto che questa favola potesse essere tanto fantastica. Ci precipitiamo a The Dubliner, arriviamo prima del previsto prendendo in contropiede chi ci aveva destinato i tavoli a partire dalle 22.00. Ma si sa, il Toro è il Toro. Tanta felicità diventa difficile da controllare. A breve "The Dubliner" si trasformerà in una festa meravigliosa (brava mamma! Sei stata tu, soltanto tu ad organizzarla!!!).
Non so quanta gente ci sia stata, di sicuro qualche centinaio di persone. La musica dal vivo scaldava la serata che diventava sempre più fantastica. Rosanna ballava con un bel danese (che sicuramente aveva già convertito al Toro) dando il la allo scatenarsi granata. E sulla chitarra elettrica, il basso e le percussioni veniva presto intonato chi non salta bianconero è. Nelle varie tv del locale non facevano altro che scorrere a ripetizione i nostri cinque goal. I musicisti oramai cantavano con al collo la sciarpa granata, diventati del Toro anche loro. Non svegliatemi mai da questo sogno, non voglio interromperlo. Scriverlo è difficile, descriverlo quasi impossibile. Il cuore batte forte...troppo forte per poterlo fermare. La musica continua, continua la festa, continua la favola... Sì, continua la favola... ne scriveremo un altro pezzetto, semplicemente cambiando città.
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