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gazzanet
Come ormai da tradizione, per introdurre la partita che il Toro affronterà nell'anticipo di domani pomeriggio contro l'Inter, abbiamo deciso di sentire una voce vicina all'ambiente "avversario", in questo caso quello meneghino. Abbiamo dunque contattato il collega Fabio Costantino, direttore responsabile di FCInterNews.it
Fabio, l’Inter è reduce da un risultato eclatante, addirittura storico, contro l’Atalanta: come arrivano i nerazzurri a Torino?
"Arrivano come una squadra che ha segnato 12 gol nelle ultime due partite, quindi dal punto di vista offensivo marcia molto bene e sembra aver risolto il problema di precisione sotto porta che l'aveva caratterizzata per buona parte della stagione. I numeri confermano il periodo positivo, la squadra è in forma: i singoli danno tutto e fanno molto bene, è difficile trovare qualcuno che stia giocando male. Al tempo stesso però, è una squadra consapevole di andare a giocare su un campo difficile"
Al di là dell’ultimo risultato, con Pioli l’Inter sembra un’altra squadra: il sogno Champions’ adesso sembra davvero possibile…
"Sì, di fatto è un'altra squadra, una lontana parente di quella che aveva iniziato la stagione. All'inizio poi c'era un altro e differente progetto, ma è davvero impossibile non notare il balzo in avanti a livello di qualità ed anche di risultati stessi. Nell'ultimo periodo le uniche sconfitte sono arrivate contro Juventus e Roma, e fino a quando la matematica lo permette è chiaro che l'Inter punterà ad un piazzamento in Champions' League"
Fino a questo momento l’Inter ha faticato maggiormente lontano da San Siro, mentre non è un mistero che la principale forza del Torino siano proprio gli scontri tra le mura amiche: come vedi la partita?
"Diciamo che nel recente filotto di successi, sono arrivate anche cinque vittorie esterno pur contro avversari abbordabili; ma in Serie A il fattore campo conta tantissimo e non esistono partite semplici. I nerazzurri tuttavia non si stanno ponendo il problema e negli ultimi mesi non sembrano fare differenza tra incontri interni ed esterni. Quella di domani è una partita aperta a qualsiasi risultato, niente è scontato, ma è chiaro che l'Inter andrà a Torino per vincere"
Negli ultimi anni le partite tra le due formazioni sono sempre state in equilibrio: c’è ‘preoccupazione’ per questa trasferta o predomina la consapevolezza di essere superiori ai granata? E se è così, l’Inter potrebbe rischiare di sottovalutare l’avversario?
"Di certo sono sicuro che non ci sia la presunzione di essere superiori all'avversario, poichè la squadra di Pioli ha iniziato a giocare bene e produrre risultati proprio quando ha capito di doversi sudare ogni partita. C'è però la consapevolezza di poter fare male a chiunque e di potersela giocare con qualsiasi avversario: contro i granata non c'è altra soluzione che vincere, per mantenere il ritmo in ottica Champions', e quindi l'obiettivo sarà inevitabilmente quello"
Qual è la concezione del Torino a Milano? Che cosa si teme maggiormente dei granata?
"Si teme principalmente la qualità: dal centrocampo in su, i granata ne hanno davvero tanta; e poi la capacità di segnare, che quest'anno contraddistingue la squadra di Mihajlovic in maniera positiva. Poi, inutile dirlo, un nome e un cognome che si commentano da soli: Andrea Belotti. Un attaccante straordinario che sta vivendo la stagione della consacrazione ed è sempre, costantemente pericoloso. Anche se ovviamente il Torino possiede anche altri giocatori in grado di mettere in difficoltà gli avversari"
Proprio a questo proposito, Torino-Inter non può che essere palcoscenico per il diretto confronto tra Belotti e Icardi.
"Fisicamente si assomigliano, ma sono due attaccanti diversi come stile di gioco: diciamo che Icardi è più finalizzatore pur essendo capace di dare un grosso sostegno ai compagni, sfatando il falso mito secondo il quale starebbe fermo in area ad aspettare il pallone; Belotti invece partecipa di più alla manovra corale. Ovviamente come detto in questa stagione questo non emerge particolarmente, essendo l'anno del Gallo: il difficile verrà però l'anno prossimo quando dovrà confermarsi, mentre Icardi sono tre stagioni che viaggi a questi ritmi di finalizzazione. In ogni caso mi dispiace che quest'estate non ci sia una competizione internazionale, perchè l'Italia con Belotti lì davanti..."
L’Inter ritroverà anche, da avversari, due vecchie conoscenze sul campo Ljajic e Benassi. Come vengono ricordati i due a Milano?
"Per quanto riguarda Benassi, è cresciuto nelle giovanili dell'Inter ma poi di fatto non ci ha praticamente mai giocato: anche dal punto di vista del giocatore, non penso possa esserci una particolare motivazione per rivalsa. Nel caso di Ljajic invece questa potrebbe essere determinante, per dimostrare che magari l'Inter si è sbagliata in estate a non versare la cifra per il riscatto: in ogni caso al momento non è rimpianto in quel di Milano, ma non per cattiveria. Semplicemente è sempre stato troppo discontinuo, è una sua prerogativa da sempre, e dunque ha alternato giocate di altissima scuola a partite completamente incolori: gli 11 milioni necessari per il riscatto erano troppi per quanto dimostrato"
Capitolo Mihajlovic: per quanto riguarda il tecnico granata, come viene ricordato?
"A parte i dissapori per aver accettato di allenare il Milan nella passata stagione, come avversario ha spesso affrontato l'Inter venendo sconfitto solamente nei minuti finali: è successo con la Sampdoria ed anche all'andata proprio con il Torino. Tra l'altro, si era parlato a lungo di lui come possibile nuovo tecnico dell'Inter qualche anno fa. A me piace molto come personaggio, non in quanto stratega ma per quanto riguarda gli stimoli che dà ai propri giocatori: lo vedo bene alla guida di una squadra composta da elementi giovani, dai quali tirare fuori sempre il meglio. Poi è chiaro che un allenatore deve essere completo, ma lui può ancora crescere essendo relativamente giovane come tecnico. In ogni caso lo stimo molto, chissà che un giorno non sieda davvero sulla panchina nerazzurra"
Una tua considerazione sull’annata del Torino finora: deludente o rispecchia le aspettative? Se guardi al termine della stagione, dove pensi possa arrivare?
"Non penso sia una stagione deludente, aveva anche iniziato bene l'anno e giocava molto bene, poi però secondo me sul lungo periodo è venuta fuori la lacuna difensiva: in estate sono stati venduti alcuni giocatori importanti non venendo, a mio avviso, rimpiazzati al meglio; un ruolo determinante l'ha giocato anche in alcune occasioni la sfortuna. I granata possono ancora riprendersi ma stanno vivendo una stagione da montagne russe, ci può stare un po' di amarezza per il sogno europeo non raggiunto però se l'obiettivo era fin dall'inizio dichiaratamente biennale, allora in questo campionato sono state gettate basi importanti per il prossimo."
Quale potrebbe essere la formazione dell’Inter sabato?
"Penso proprio che verrà confermata la formazione che è scesa in campo contro l'Atalanta, in settimana Pioli ha provato quella; l'unico ballottaggio è quello sulla trequarti, con Joao Mario ad insidiare Banega. Per il resto davanti ad Handanovic dovrebbero esserci D'Ambrosio, Medel, Miranda ed Ansaldi; centrocampo a due con Kondogbia e Gagliardini, sugli esterni Candreva e Perisic ed Icardi di punta"
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