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gazzanet
"È il dono della consistenza ad avere cambiato il volto del calcio dipinto da Adem Ljajic, da quando veste la maglia del Torino. Un dono che gli permette di essere continuamente determinante, costantemente nel mezzo della partita e dunque - giocoforza - pericolo numero due (secondo a Belotti meramente per numero di gol, non certo come impatto sul match) del Toro. Ma se Belotti è il finalizzatore, l'uomo che non sbaglia quando c'è da concretizzare l'azione della squadra - come accaduto ieri nella trasferta all'Ezio Scida contro il Crotone - Ljajic è l'uomo che quella azione la fa arrivare in porto anche quando le difese avversarie si chiudono a riccio ed ogni spazio è presidiato.
"Contro una squadra, quella disegnata da Nicola, corta e attenta, il Torino ha spesso faticato ad uscire in maniera fluida dalla difesa, complice una marcatura stretta su Valdifiori e la mancanza della spinta a sinistra di Barreca, sostituito comunque con personalità da Moretti. Arrivati alla trequarti avversaria, dunque, toccava spesso al fantasista serbo ricevere il pallone e inventarsi dal nulla il modo per continuare il fraseggio. Le non perfette condizioni di Iago Falque sull'altra fascia nella prima frazione hanno fatto dell'ex Inter l'unico rifinitore costante, vero punto di riferimento avanzato - più di un Belotti in difficoltà nei primi 45 minuti (come sottolineato da Mihajlovic).
"Anche spostato al centro del campo con il passaggio al 4-3-1-2, agendo dietro Martinez e il Gallo, Ljajic non ha certo perso peso specifico all'interno dell'attacco granata, ma anzi ha iniziato a calamitare ogni pallone della manovra granata, sino a giungere all'assist vincente per la prima rete granata, oltre a sfiorare la rete con quel destro a giro che sta diventando una delle sentenze di questa Serie A. Un Ljajic a tutto campo e determinante per 90', pedina insostituibile dello scacchiere di Mihajlovic: allo stato delle cose, questo giocatore è un vero top player.
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