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Torino, cinque cose che non tutti sanno su Cristiano Biraghi

Irene Nicola
Irene Nicola Redattore 

Non è da tutti iniziare un percorso da professionisti in Champions League. Eppure questa è la storia di Cristiano Biraghi, cresciuto guardando l'Inter con il padre e vestendo il nerazzurro per la prima volta all'età di 12 anni. Partiamo con ordine. Estate 2010, Inter campione d'Europa alle prese con il ritiro prestagionale. Rafa Benitez convoca anche il diciassettenne Biraghi, al primo ritiro con i grandi, e lo schiera a metà secondo tempo, facendolo subentrare a Chivu, nella Pirelli Cup con il Manchester City. Come si presenta il giovane difensore? Facile, destro di controbalzo da 20 metri all'incrocio dei pali per il 3-0 definitivo agli inglesi allenati da Mancini. Così ha ricordato quel gol Biraghi anni durante la seconda parentesi all'Inter: "È stato bellissimo perché ero al primo ritiro con la prima squadra con grandi campioni. È vero non era un gol ufficiale ma sicuramente me lo ricorderò". Era il primo agosto e chissà che non sia stato quello il momento in cui Rafa Benitez non abbia pensato di dare al giovane Biraghi un'altra occasione, ben più importante per caratura. Poco più di un mese dopo, il 14 settembre, Rafa Benitez convoca infatti nuovamente Biraghi ma per la Champions League e in quell'occasione arriva la prima passerella ufficiale da professionista, nei minuti finali della trasferta contro il Twente. Un ricordo indelebile, incorniciato a 18 anni e tre mesi: "Era un'epoca in cui non era scontato che il giovane giocasse con i grandi, era un'Inter stellare, subentrare era praticamente impossibile. Per me già andare con i grandi era un sogno, quando Rafa Benitez mi chiamò per subentrare è stata un'emozione che porterò con me come uno dei migliori momenti della mia carriera".