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Da Ciuccariello a Tesoro e Proto: chi sono stati i pretendenti del Toro nell’era Cairo

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I personaggi / Negli anni più difficili della presidenza Cairo, a cavallo tra il 2008 ed il 2011, arrivarono alcune offerte per l'acquisizione della società
Redazione Toro News

C'è grande riservatezza attorno ai piani del Progetto Taurinorum "Il Toro è di chi lo ama!!!". L'attesa è per domani alle 11, quando una conferenza stampa presenterà il progetto di offerta per l'acquisto della società granata. Facendo un passo indietro nel tempo, simili manifestazioni d'interesse non sono mancate negli anni più difficili della presidenza Cairo. Nella primavera del 2011 La Stampa riportò di un interesse della Red Bull, quindi nei mesi scorsi le voci - mai confermate - su Leonardo Del Vecchio (Luxottica) e Gustavo Denegri (Diasorin).

CIUCCARIELLO - Il primo a farsi concretamente avanti per rilevare la società da Urbano Cairo fu Raffaele Ciuccariello nei mesi invernali della stagione 2008/2009. Presentatosi inizialmente come "Mister X", l'allora sessantottenne sedicente imprenditore pugliese svelò la sua identità nel corso di una conferenza stampa al Golden Palace di Torino. In quell'occasione il Toro stava vivendo una stagione molto difficile, che ha visto alternarsi in panchina De Biasi, Novellino e Camolese, conclusasi con la retrocessione in Serie B.

TESORO - Una stagione più tardi, quando il Toro di Colantuono faticava in Serie B, fu invece Savino Tesoro a farsi avanti. Condannato nel 2004 a due anni e sei mesi per una storia di false fatture che servivano come copertura, l'imprenditore pugliese arrivò a polemizzare con Cairo. All'affermazione del presidente granata ("Venderò solo ad un imprenditore più bravo e più ricco di me"), Tesoro rispose così: "Allora dimostri quanto è ricco e soprattutto quanto è bravo: così io potrò capire se posso essere alla sua altezza oppure no". Alla fine non se ne fece nulla e la famiglia Tesoro ripiegò sul Lecce, dove rimase per tre anni senza riuscire a portare i salentini dalla Serie C alla B.

PROTO - Nella primavera del 2011, quando il Toro di Lerda non riuscì nemmeno a qualificarsi ai playoff e Cairo mise in vendità la società, il nome nuovo fu quello di Alessandro Proto. Insieme a sei investitori italo-svizzeri di cui non volle svelare l'identità, Proto si fece avanti ma da parte di Cairo non arrivò nessuna apertura. Dopo anni caratterizzati da truffe e violazioni finanziarie, un anno fa Proto è stato nuovamente arrestato. Il motivo? Truffa aggravata: sottratti 130 mila euro ad una donna malata di cancro dietro promesse di cure. Sono quindi tutt'altro che incoraggianti i precedenti degli investitori intenzionati ad acquistare il Toro. La palla ora passa al "Progetto Taurinorum": starà a loro presentare un progetto serio.

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