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gazzanet
"Sarò lo stadio, sarà l'atmosfera di sfida che davanti a 40 000 persone vestite di bianco e di nero (meno 2 000 irriducibili granata) che scalda i cuori e arma di coraggio, ma da quando il Torino segna allo Juventus Stadium, ci si può giurare, il gol esce un capolavoro. Quello realizzato da Ljajic è solo l'ultima delle prodezze granata che hanno saputo ammutolire la nuova casa bianconera.
"In principio fu Bruno Peres, e allora la storia era ben diversa: i due match precedenti si erano conclusi 3-0 (quello dell'espulsione di Glik) e 1-0 per i bianconeri, e in un derby il Torino non segnava dalla rete di Cauet nel 2002. Erano passati 12 anni. Evidentemente, a tutto questo avrà pensato Bruno Peres, quando decise che era il momento di accendere la luce e di farsi conoscere in giro per l'Italia. Il brasiliano tramutò un banale tentativo di ripartenza in una cavalcata trionfale da svariate decine di metri lungo la fascia destra, superando in agilità gente come Pogba e Vidal prima di concludere con un tiro incrociato alla destra di Buffon. Una prova strabiliante di prepotenza di corpo e di spirito.
"Poi venne Cesare Bovo, che quasi a sorpresa pareggio la stracittadina dell'anno successiva, scagliando un bolide sotto la traversa al 6' della ripresa e tenendo fede alla sua reputazione di difensore con il collo del piede educato. Anche se i punti sfuggirono per il gol all'ultimo istante di Cuadrado, un'altra rete era in cineteca.
"Infine (o forse no) viene Ljajic, e la sua punizione perfetta contro la Juventus. Ma perfetta davvero: la palla accarezza la traversa a pochi centimetri dal palo e si spegne in rete, mentre la prospettiva rallenta un po' la comprensione di quanto accaduto. Era il gol che, in quel momento, stava decidendo il derby, segnato con un'eleganza e con una disinvoltura pazzesche, nel palcoscenico migliore. Un palcoscenico che, evidentemente, ispira alla grande chi veste la maglia granata.
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