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IL TEMA

Dal modulo alle scelte tecniche: così Juric ha risollevato il Toro in tre mosse

Alberto Giulini Vicedirettore 

C'è il rammarico per non aver vinto a Monza, ma il Toro ha ritrovato la giusta via per fare bene

C'è l'amaro in bocca per non aver portato a casa tre punti che sarebbero stati meritati, ma il Toro arriva alla sosta di novembre con la consapevolezza di aver ritrovato la giusta strada. In tre mosse Juric è riuscito a risollevare il Toro, restituendo un'identità a una squadra che in avvio di stagione aveva messo in fila una serie di prestazioni anonime.

Il passaggio al 3-5-2

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Il primo passo, fondamentale, è stato il cambio di modulo. Inutile insistere con il 3-4-2-1, schema che presuppone la presenza in rosa di trequartisti in grado di fare la differenza. Con un Miranchuk in meno, un Vlasic fuori forma e un Radonjic a corrente alternata, il Toro si è ritrovato con una batteria di giocatori da schierare dietro la punta di basso livello. E così è stato inevitabile il passaggio al 3-5-2, che ha rafforzato la mediana e sta valorizzando la presenza di due prime punte di livello come Sanabria e Zapata.

Dentro chi ha l'atteggiamento giusto

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Accanto al cambio di modulo, ha ricoperto un ruolo fondamentale anche il maggior minutaggio concesso a elementi di sicuro affidamento sul piano dell'atteggiamento. Linetty ha risposto presente nell'inedito ruolo di centrale davanti alla difesa, garantendo solidità ed equilibrio. Tameze si è riscoperto fondamentale nel ruolo di braccetto destro, risultando spesso tra i migliori in campo pur giocando in un ruolo non suo. In un Toro che sul piano dell'atteggiamento non dava l'impressione di avere la giusta grinta, l'inserimento di simili giocatori ha garantito un cambio di rotta.

Fuori i giocatori ancora troppo acerbi

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Sta infine pagando la scelta di accantonare, almeno per il momento, giocatori ancora troppo acerbi per fare la differenza nel campionato di Serie A. Nonostante l'emergenza difensiva, Juric ha deciso di non puntare su Sazonov. L'ex Dinamo Mosca è stato ripetutamente lodato per l'atteggiamento in allenamento e la voglia di imparare, ma il tecnico ha fatto chiaramente capire che non è ancora pronto per un ruolo da protagonista. Così come il campo ha detto che la scelta di puntare tutto su Seck al posto di Miranchuk è stata una follia: al netto di qualche sporadico spunto, il contributo dell'ex Spal è stato pressoché nullo. Inevitabile, per risollevare una squadra in difficoltà, accantonare un giocatore che non è ancora pronto per fare la differenza in Serie A.


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