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di Ivana Crocifisso
Nei sei mesi di campionato fin qui trascorsi il Torino ha saputo conquistare la fiducia dei tifosi grazie a quella continuità, non solo di prestazioni ma soprattutto di risultati, che ha fatto...
di Ivana Crocifisso
Nei sei mesi di campionato fin qui trascorsi il Torino ha saputo conquistare la fiducia dei tifosi grazie a quella continuità, non solo di prestazioni ma soprattutto di risultati, che ha fatto forse dimenticare la nefasta stagione precedente. Un Torino che, seppur continuo, ha cambiato volto durante questi primi sei mesi della gestione Ventura. Nella prima fase era un Toro formato trasferta. Quello capace di inanellare cinque vittorie consecutive nelle prime cinque trasferte (con Ascoli, Vicenza, Nocerina, Sampdoria e Verona), prima di fermarsi a Gubbio. Ultimo successo fuori casa quello sul campo della Reggina, la trasferta successiva a quella in terra umbra. Un bilancio complessivo, fino al 1 novembre, di sei vittorie in sette gare. Anche in casa i granata, in quel periodo, non avevano deluso. Due pareggi, con Cittadella e Brescia, e quattro vittorie.
Quello di Reggio Calabria resta, fino a questo momento, l'ultimo successo fuori casa. Dalla giornata dei tre punti del Granillo, firmati D'Ambrosio, il Torino non ha più vinto lontano dall'Olimpico. Due pareggi, a Modena con il Sassuolo e a Crotone, alla sconfitta (per la quale si attende il ricordo) di Padova, a quella di Modena. Due punti in quattro gare. Poi, nel 2012, i due pareggi con Cittadella e Varese. Queste sei partite hanno un denominatore comune. La squadra di Ventura non è stata mai messa sotto da nessuno dagli avversari ma, complice un po' di sfortuna mista ad errori clamorosi sottoporta, non è andata – in alcuni casi – al di là del pareggio e ha addirittura perso a Modena, una gara ampiamente controllata e dominata.
(foto M.Dreosti)
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