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di Edoardo Blandino
Al momento del suo arrivo erano in pochi a conoscerlo. Jurgen Saumel non era un nome noto alla ribalta dell’elite del calcio mondiale, sia per la giovane età, sia per le ancora...
di Edoardo Blandino
Al momento del suo arrivo erano in pochi a conoscerlo. Jurgen Saumel non era un nome noto alla ribalta dell’elite del calcio mondiale, sia per la giovane età, sia per le ancora poche presenze con la nazionale austriaca. Oltretutto non arrivava neanche dalla Serie A. È stato uno dei primi botti del mercato granata, ma soprattutto è stato uno di quei colpi che adora Cairo: sottotraccia. Non è andata avanti per le lunghe la trattativa, o perlomeno, non alla luce del sole. Sono stati evitati tutti quei fastidiosi tira e molla tra le parti, provocati, solitamente, dall’interesse dei media. Così il ragazzo è approdato alla corte di De Biasi. C’era grande curiosità per il suo arrivo, perché si trattava veramente di un’incognita per tutto il popolo granata, di lui si sapeva fosse capitano dello Sturm Graz e poco altro. Qualcuno, forse, se lo ricordava dagli Europei. Il ragazzo è arrivato in punta di piedi, senza proclami. Con l’umiltà di chi vuole imparare tutto dalla prima esperienza con il campionato più difficile al mondo. Si dice che chi sfondi in Italia sia un professionista in grado di giocare ovunque. Il tatticismo esasperato del nostro calcio mette a dura prova gli stranieri, ma Saumel ha colto questa sfida. Ha mostrato impegno e professionalità fin dai primi allenamenti, ha imparato l’italiano in fretta per comunicare meglio con i compagni, nonostante il suo carattere introverso. Si capisce da come sa stare in campo. Ha stupito critica e tifosi fin dalle prime amichevoli, tanto da guadagnarsi rapidamente il posto da titolare nello scacchiere proposto da De Biasi. Inizialmente doveva essere l’alternativa a Corini, ma vista l’intesa con il 38enne bresciano ed il suo rendimento, il 24enne austriaco può diventare davvero la lieta sorpresa per il centrocampo. Sbaglia pochi passaggi, evita giocate difficili ed inutili, ha una buona visione di gioco. Sa sempre quale sia la cosa migliore da fare e rischia pochissimo, non teme la palla e si propone sempre smarcato per ricevere la sfera, è in grado di mettere ordine ad una squadra contratta. Ha impressionato più in Coppa Italia che contro il Lecce, ma i voti attribuitigli sono stati comunque ottimi. Toccherà adesso a lui mostrare di poter continuare così.
Foto: M. Dreosti
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