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Delusi dal Toro, no! Illusi, forse sì…

Manolo Chirico
Tocco di Mano / Questa squadra, ad oggi, non è più forte di quella dell'anno scorso. Lo dicono i numeri e non solo

No, non sono affatto deluso da questo Toro. Diciamo che, come tanti altri, ora sono tornato con i piedi per terra. La partenza sprint in campionato mi ha certamente illuso e solo adesso, con colpevole ritardo, osservo con attenzione numeri, statistiche e classifica; e mi rendo conto che questa squadra ad oggi non è più forte di quella che ho seguito da vicino per tutto l'arco della scorsa stagione.

In estate, al di là dei nomi e delle cifre, sono andati via giocatori maturi e in grado di leggere alla perfezione - e in pochi minuti, cosa più importante - ogni singola partita, ogni singola situazione di gioco. In estate, al di là dei nomi delle cifre, sono arrivati giovani talenti che al momento non sono ancora in grado di fare questa cosa.

E non si parla certo di un dettaglio di poco conto, anzi. Leggere e interpretare correttamente in breve tempo, se non in anticipo, determinati (e spesso determinanti) momenti del match, è un concetto che sta alla base di ogni vittoria. Lo ha spesso sottolineato Ventura, lo ha detto in più di un'occasione anche il tecnico della Primavera Moreno Longo, cercando di descrivere il processo di maturazione dei suoi ragazzi.

Il lavoro fatto durante la scorsa sessione di calciomercato dalla società, va letto con occhi proiettati al futuro e in tal senso Petrachi, Cairo e Ventura hanno lavorato bene. Senza lasciare nulla di intentato. E più avanti, se questa non verrà smantellata, la squadra potrà togliersi diverse soddisfazioni. Magari tornando a sfiorare il cielo con un dito.

I conti si faranno alla fine (classica frase fatta), ma per favore per ora smettiamola di pensare a quelle famigerate noti dolci del giovedì sera. Evitiamo di farci del male da soli e accettiamo serenamente la realtà che oggi abbiamo davanti ai nostri occhi: questo Toro, per ora, non è da Europa. Questo Toro, per ora, non è abbastanza maturo per poter competere con determinate altre realtà.

Le sconfitte (nove in totale, almeno una in più rispetto a chi è attualmente meglio piazzato in graduatoria) sono tutte meritate. Anche quella nel derby d'andata, dove il Toro giocò bene per 80 minuti, uscendo di fatto dal campo con 10 giri di lancette d'anticipo: scontato subire gol a quel punto, giusto tornare a casa sconfitti. Il calcio d'altronde funziona così: se non giochi tu, lo faranno gli altri al posto tuo. E alla prima occasione ti castigheranno.

La squadra di Ventura oggi si ritrova con tasca due punti in meno, ma più in alto di una posizione in classifica, rispetto allo scorso anno. Segno evidente di quanto il campionato sia equilibrato e di quanto i granata abbiano tutte le carte in regola per chiudere a testa alta l'annata.

Ma per favore, se possibile, smettiamola di rifugiarci in frasi altrettanto fatte quali: "Mi può anche star bene di perdere contro la Fiorentina, ma non così...". No! A me perdere non sta affatto bene. Mai. Che sia a causa della sfortuna o per colpa dell'arbitro, piuttosto che per merito dell'avversario. Perdere mi fa schifo, punto e basta.

É la mentalità vincente, bellezza...