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Derby: un’analisi a freddo

Redazione Toro News

Analizzare con mente lucida una stracittadina è impossibile quando la sconfitta è ancora calda. Ci proviamo ora, tre giorni dopo, per cercare di individuare gli elementi che hanno portato il Toro a...

"Analizzare con mente lucida una stracittadina è impossibile quando la sconfitta è ancora calda. Ci proviamo ora, tre giorni dopo, per cercare di individuare gli elementi che hanno portato il Toro a perdere anche questo derby.MALEDETTA ESPULSIONE – Una sconfitta per molti aspetti prevedibile, ma che sembrava poter essere allontanata dopo la prima mezz’ora di gioco: il solito Toro attento nelle retrovie e carico sulle fasce (con un Cerci particolarmente illuminato) stava seriamente mettendo in difficoltà una Juve un po’ sorpresa, che in più di un’occasione si trovava a commettere anche errori banali.L’espulsione di Glik al 36’ cambia completamente le sorti dell’incontro, lasciando il Toro in inferiorità numerica contro un avversario tecnicamente molto superiore e soprattutto sballando del tutto i calcoli di Ventura, che aveva preparato col goniometro questa partita. A quel punto non c’è più stata storia. Ultima soddisfazione per i tifosi granata: il rigore di Pirlo, degno del miglior Salas. Ma la debacle era ormai nell’aria.TORO RINUNCIATARIO - Per molti, l’analisi della gara può anche finire qui: che cosa poteva fare un Toro in dieci contro questa Juve schiacciasassi? Tuttavia qualche appunto da fare alla formazione di Ventura c’è.Ovvio che dopo l’espulsione del centrale polacco fosse necessario coprirsi, e l’ingresso di Di Cesare al posto di Meggiorini a fine primo tempo non ha fatto strappare i capelli a nessuno. Ma quello che è andato in scena nella ripresa è stato un Toro troppo rinunciatario. Intendiamoci: nessuno si aspettava che i granata partissero all’attacco (anche perché avrebbe voluto dire consegnarsi in pasto ai bianconeri), ma da una squadra che ha fatto del possesso palla e della solidità difensiva le sue armi vincenti ci si poteva attendere maggior compattezza.IL CROLLO DELLA RIPRESA - Invece, per tutto il secondo tempo, gli uomini di Ventura non sono riusciti quasi mai a mantenere il possesso del pallone e a tentare un’estrema resistenza per strappare un (difficilissimo) pari. Gli esterni Santana e Cerci, in questo, non hanno aiutato: tanto carichi e incisivi nella prima mezz’ora quanto appannati nel momento in cui il Toro avrebbe avuto bisogno della loro classe per tener palla e rallentare il gioco bianconero. Ogni pallone riconquistato veniva ben presto riconsegnato agli avversari: è diventato un assedio e, a quel punto, non poteva davvero finire diversamente.PIU’ SPUNTATI CHE MAI – Lungo questa stagione si è già ampiamente dibattuto sulla sterilità del reparto offensivo granata. Anche questo derby non ha fatto eccezione, ma stavolta non mancano davvero le scusanti. Capitan Bianchi dal 40’ si è ritrovato da solo contro la difesa meno battuta del campionato e ha fatto quanto ha potuto. Poco a dire il vero, ma come sempre non gli si può negare di averci messo cuore.Dal 18’ della ripresa, poi, Ventura ha tolto pure lui, introducendo Stevanovic. E a quel punto il peso specifico del Toro in area bianconera è diventato pari a zero.Una partita molto sfortunata, dunque, sul cui risultato il rosso a Glik pesa come un macigno. Ma forse per la prima volta in questa stagione l’inesperienza complessiva degli uomini di Ventura si è fatta sentire, trasformandosi troppo spesso in affanno.

"Fulvio Vallana (Twitter @FulvioVallana)

"(foto Dreosti)