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Di chi é questo Toro?

Redazione Toro News

Sarà un Toro nuovo, probabilmente, quello che scenderà in campo lunedì sera. Sarà il Toro di Lerda? O quello di Petrachi? In realtà sarà un po' di entrambi, e un po' sarà anche il Toro di Cairo....

Sarà un Toro nuovo, probabilmente, quello che scenderà in campo lunedì sera. Sarà il Toro di Lerda? O quello di Petrachi? In realtà sarà un po' di entrambi, e un po' sarà anche il Toro di Cairo. In che senso?E' una realtà, quella della verà identità di questa squadra, che non tutti gradiscono e di cui però in molti chiedono, e in molti parlano.Il Toro é di Cairo, nella misura in cui la scelta dell'allenatore é stata presa, lo scorso Giugno, proprio dal presidente, che ha in qualche misura compiuto un atto di forza (strappandolo al Sassuolo, rivale per la promozione poco prima, con il quale il tecnico aveva già praticamente firmato) nei confronti di un direttore sportivo che avrebbe operato diversamente. E' forse legittimo che il padrone si imponga, perché glielo consentono ruolo e mezzi; o forse non lo é, perché il lavoro, il lavoro di tutti, parte da subito con una forzatura. Al di là della bonta della scelta, che tutti condividevano -per lo meno all'inizio- nel merito, é la modalità che si é discussa.Il Toro é di Petrachi, nella misura in cui é lui a portare avanti le trattative per costruire la squadra. Di comune accordo con l'allenatore. Oppure no? Sì, certamente sì, in Estate. Allorquando si é lavorato per costruire il 4-2-3-1 caro al tecnico, per portare a casa il suo giocatore-feticcio Gabionetta (all'epoca, senza successo), lottando contro i vincoli imposti alle società di B e contro gli errori del passato che lo zavorravano.Il Toro é di Lerda, nella misura in cui l'ex-figlio del Filadelfia lo allena fin dal ritiro estivo, rimanendo in sella a dispetto dei rovesci, potendo contare su un gruppo ampio che gli permette diverse alternative. La sua panchina traballa ma non cede, e a Gennaio arrivano gli ultimi dettagli per completare i suoi desiderata; ora, può assemblare in diverse forme il puzzle dai tanti pezzi di cui dispone. E lo fa, provando schemi diversi, lavorando senza contestazioni di pubblico e in sostanziale tranquillità, per quanta tranquillità sia quella di cui può godere un allenatore professionista.Ma in realtà, le perplessità che i risultati, con alcune delle scelte operate da Lerda, hanno destato presso buona parte della tifoseria granata, sono state le stesse che hanno sperimentato anche i dirigenti del Torino, su tutti proprio lo stesso ds che, dialogando apertamente e costantemente con l'allenatore, ha preso a suggerirgli delle varazioni su un tema che non stava funzionando (il rapporto umano, tra i due, é ottimo e ben scisso da quello professionale). Suggerimenti che il tecnico ha discusso, ma che é sempre stato un po' reticente a recepire. Legittimamente, perché convinto a fondo di una certa idea di calcio; meno, nel momento in cui le idee non trovano riscontro nei risultati, e non le si muta. E lì, i suggerimenti diventano, improvvisamente, tangibili: con le mosse di mercato, e l'acquisto di elementi (su tutti, Antenucci e Pagano) che forzano Lerda a cambiare. E anche in questo caso, ciò che ne verrà potrà risultare positivo, mentre la modalità potrà essere oggetto di opinioni divergenti.

(Foto Dreosti)