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Di Sarno, Mercuri e Andreotti

Redazione Toro News

C’è una quinta colonna dal marchio granata che, per gli strani scherzi della vita, si è ritrovata dopo aver frequentato il sacro suolo del Filadelfia a giocare nell’Unione Sportiva Ivrea (nella foto Barbara Torra),...

C’è una quinta colonna dal marchio granata che, per gli strani scherzi della vita, si è ritrovata dopo aver frequentato il sacro suolo del Filadelfia a giocare nell’Unione Sportiva Ivrea (nella foto Barbara Torra), prossima avversaria del Torino, nel primo turno della Coppa Italia, sabato allo stadio 'Pistoni'. Paolo Di Sarno, Stefano Mercuri e Marco Andreotti (sotto nelle foto di Barbara Torra) sono cresciuti all’ombra del mitico stadio e oggi, a quasi dieci anni di distanza dalla loro “laurea” al grande calcio hanno contribuito a portare in serie C1 gli arancioneri. Un traguardo mai raggiunto prima dalla compagine eporediese.

Paolo Di Sarno, classe 1968, è il più vecchio del terzetto. Ha fatto parte della primavera più vincente della storia del Toro insieme a Lentini, Fuser, Venturin, Zago e Bresciani. Ceduto alla Lazio ha girovagato a lungo sui campi di serie A, B e C. L’anno scorso ha partecipato alla cavalcata vittoriosa verso la C1 con tre presenze (e altrettante reti subite)

Di Sarno che rapporti ha mantenuto con l’ambiente granata?

Sono cresciuto al Filadelfia, sono andato vedere parecchie partite. Adesso mi auguro che possano allestire la squadra più forte possibile.

Cosa aveva di così speciale il Filadelfia?

L’ambiente particolare che si respirava stando a contatto con l’alone di leggenda e di storia del posto e anche lo stretto contatto con la prima squadra. Il giovedì si faceva la partitella tutti insieme fra prima squadra e Primavera e questo aiutava a crescere.

La miglior qualità dei suoi colleghi Abbiati e Taibi?

Il primo è un portiere completo, forte nelle uscite. Taibi, invece, è bravo ma più istintivo.

Chi teme di più del Toro ?

Tutti, ce la giocheremo ma hanno una squadra attrezzata, le punte sono tutte molto forti.

Un giovane da segnalare a Tosi.

Ce ne sono due qui all’Ivrea: Caparco e Rosso.

Stefano Mercuri, classe 1978, difensore, ha esordito in serie A in un pareggio fra Roma e Torino, nel 1995. Nello sfortunato triennio 1996-99 sotto la gestione Calleri-Vidulich, culminato prima con lo spareggio maledetto di Reggio Emilia e poi con la promozione, ha messo insieme 35 presenze. Trasferitosi al Cosenza ha trovato la sua consacrazione nel Lecco, in C1, ed è a, tutt’oggi, uno degli elementi più esperti a disposizione del mister Jaconi. Lo scorso anno è stato uno delle colonne della squadra giocando 34 partite e segnando anche il suo primo gol in carriera.

Mercuri, il Toro è…

Una realtà, un inizio che mi auguro duri il più a lungo possibile.

Che partita sarà ?

Sarà una partita tosta, la differenza di categoria c’è, ma è una partita di 90 minuti in cui daremo il massimo.

I punti di forza dell’Ivrea quali sono?

Siamo un ottimo gruppo, un buon collettivo con attaccanti bravi.

L’obiettivo per quest’anno?

Una salvezza tranquilla e poi vediamo cosa succede...

Chi farà la differenza sabato ?

Dai giornali mi ha fatto piacere sapere che c’erano cinquemila persone a Borgomanero. Ho letto che stanno bene, forse Rosina ma c’è una qualità globale che emerge da una rosa fortissima.

Quali analogie e quali differenze ci sono fra questo e il suo Toro?

All’epoca in cui c’ero io, aveva problemi economici e societari, non di squadra. Mentre adesso, da quello che leggo sui giornali, sembra che finalmente ci sia un presidente con i soldi e anche con la passione.

Un giudizio sul mercato del Toro…

Stanno facendo un’ottima squadra, poi adesso vuole prendere un attaccante di categoria, di altissimo livello fra Cruz e Iaquinta, anche se già quelli che ci sono, sono molto forti.

Un giovane emergente da segnalare a Tosi ?

C’è un buon centrocampista, Rosso, ma anche Spampatti e Baldi sono molto validi.

Infine Marco Andreotti, nato a Rivoli nel 1977, è un centrocampista esterno con una buona esperienza maturata in serie B e C1 e che l’anno scorso ha vissuto probabilmente l’annata migliore della sua carriera, segnando ben 9 reti.

In che posizione preferisce giocare ?

Il mister mi ha piazzato a sinistra pur essendo un destro ed è andata bene, perché mi ha permesso di segnare 9 gol.

Che partita sarà ?

Per noi deve essere una festa, un’occasione per dare il massimo, poi il campo è rettangolare. Noi ci proviamo e ci crediamo, siamo lì per questo.

Tornerebbe al Toro ?

Ovvio, ci ho passato 11 anni da piccolo all’esordio in serie B. E’ un sogno impossibile ma sognare non costa nulla anche se non sono più un giovanotto.

Quanto ha aiutato la presenza di tanti giocatori provenienti dal vivaio del Toro per centrare una promozione che non era nei piani immediati ?

Penso abbastanza. Io e Mercuri ci siamo trovati insieme dopo una vita al Toro, ci siamo meritati la C1 con una società sana, con programmi chiari e voglia e persone di qualità. Ci sarà uno stadio stracolmo. Spero che la gente venga e veda due squadre che hanno grandi ambizioni.

Con un obiettivo comune…

Cominciamo a salvarci e poi prendiamo quello che viene. Questo, a quanto leggo sui giornali, vale per noi come per loro. Certo che vedendo la serie A di quest’anno, il presidente Cairo e i giocatori presi possono fare un campionato di vertice.

Cosa aveva di speciale il Filadelfia ?

il fatto di essere una famiglia con la prima squadra. Era un’emozione unica: uno stadio vecchio con tanti giovani. Speriamo che lo ricostruiscano.