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during the pre-season friendly match between Fulham and Torino at Craven Cottage on August 9, 2008 in London, England.
In vista di Genoa-Torino, abbiamo intervistato in esclusiva l'attuale tecnico del Melfi ed ex giocatore granata Aimo Diana, che ha vestito la maglia del Toro per una stagione e mezza tra il 2008 e il 2010. Uno dei punti di maggiore interesse e curiosità, ovviamente, è rivolto a quel Torino-Genoa 2-3 di otto anni fa, che condannò i granata alla Serie B e che inferse un duro colpo al gemellaggio tra granata e rossoblù. Aimo, oggi tecnico del Melfi, era in campo e in quel caotico post-partita era tra i granata più infastiditi.
Aimo Diana, ben trovato. Che ricordi ha della sua esperienza a Torino?
Diciamo che la prima stagione fu abbastanza positiva, perché ci salvammo e fu una buona stagione: aiutai la squadra anche con qualche gol, arrivando a gennaio. L'anno dopo fu più difficile, c'era spesso una contestazione e poco equilibrio. Comunque ho ottimi ricordi di Torino e apprezzo tanto i tifosi e la squadra di adesso.
Quanto è cambiato questo Toro rispetto ai suoi tempi?
E' cambiato quasi tutto. Al tempo c'era una contestazione perenne verso Cairo, qualsiasi scelta facesse era vista in malo modo. Spesso anche noi eravamo presi di mira, a volte giustamente, a volte no, c'era abbastanza confusione anche intorno alla squadra, non c'era un ds fisso. Con Petrachi si è trovato continuità, si è rasserenato l'ambiente, han capito gli sforzi importanti di Cairo, i risultati hanno aiutato senza ombra di dubbio ad aver una squadra che può ambire anche l'Europa.
Domenica ci sarà una gara particolare per il Toro, che affronterà il Genoa a Marassi. I rossoblù sono in una situazione simile a quella in cui vi trovaste voi 8 anni fa, quel 24 maggio. Che ricordi ha di quella partita?
Ricordo molto bene. Ero tra i più arrabbiati, a noi serviva solo un punto per salvarci. Non ci aspettavamo un Genoa che ci regalasse la partita, ovviamente, ma comunque pensavamo di incontrare una squadra che ci potesse "dare una mano", senza scommesse nè illeciti, per carità, ma che giocasse una partita più tranquilla, visto che i loro obiettivi erano già raggiunti. Ci aspettavamo una partita morbida e quel pomeriggio tutta la rabbia per una stagione complicata è venuta fuori, e ci furono gesti inconsulti in campo e, mi dispiace, anche tra le due tifoserie. Ricordo l'amarezza di non aver raggiunto l'obiettivo. A posteriori, però, il Genoa è stato un po' un alibi per noi, perché è stato un campionato giocato male ad averci condannato, non solo la partita in sé.
Cosa successe esattamente? Dal campo, avevate colto che anche sugli spalti stesse succedendo qualcosa?
Noi avevamo avvertito che anche la tifoseria si aspettasse magari non proprio un aiuto, ma un po' meno enfasi dal parte del Genoa, e abbiamo notato che anche tra le tifoserie si era rotto qualcosa. Tra noi in campo volò qualche parola di troppo, ed era la conseguenza di un'annata pesante, con tanti cambi di allenatori e tante contestazioni ai giocatori. La salvezza sarebbe stata un antidoto a tutto, e ce la siamo presa con il Genoa. Venendo a domenica, io non credo che il Torino andrà a Genova a regalare qualcosa, ci sono tante persone che guardano e nessuno vuole regalare niente. Le motivazioni sono diverse, anche se chi si vuole salvare ne ha sicuramente di più. A distanza di 8 anni non credo ci sia più il rancore verso il Genoa da parte della squadra, ma non ci si deve aspettare comunque nessun aiuto.
Se non ricordiamo male, fu Thiago Motta uno dei provocatori della rissa finale.
Si è vero. Lui era entrato dopo, ed era entrato con un atteggiamento molto cattivo. Più volte in campo ci mandò a quel paese, provocandoci. Al termine gli siamo andati un po' addosso, ma fu figlio del nervosismo per un campionato sbagliato. Non dovevamo arrivare alla penultima giornata con quella classifica.
Tra l'altro, in panchina - nel Genoa - adesso siede Juric, uno dei protagonisti di quel Genoa-Torino...
Quando si dice che il calcio è una ruota, è proprio così. Comunque è un'altra epoca, sono cambiati tutti i giocatori, quindi non credo che Miha prepari la partita ricordando quella sfida. La vera cosa è tra i tifosi, che non se ne saranno dimenticati. Come neanche io, sinceramente, non me lo sono dimenticato, anche perché si era rotto un gemellaggio importante. I tifosi vorranno una reazione. Io tiferò Torino, senza dubbio, e a maggior ragione, spero che il Torino faccia come fece il Genoa allora, prendendosi una "vendetta sportiva".
Infine, secondo lei, il Toro poteva ambire a qualcosa di più in questa stagione?
Sinceramente non credo che potesse ambire a qualcosa di più, perché il modulo è stato stravolto da Ventura a Miha e c'è stato tanto da lavorare. Quindi ci sta che Miha abbia dovuto lavorare su cose diverse rispetto a prima, e il Toro comunque ha fatto un buon campionato. La posizione in cui si trova è quella che probabilmente gli compete, solo l'Atalanta è l'outsider vera della stagione. Se il prossimo anno si desse continuità si potrebbe fare naturalmente ancora meglio, perché c'è un progetto e il presidente Cairo ha dimostrato di saper investire. Fossi un tifoso sarei molto contento. C'è un'idea di progetto, che 8 anni fa non c'era.
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