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Difesa, pochi errori ma fatali

Stefano Rosso

di Stefano Rosso - Il Toro arriva a festeggiare il Natale con il consueto pessimismo di fondo che vuole la squadra stanca, senza un gioco concreto ed in grado di lasciare sulla strada punti importanti contro squadre di modesto...

di Stefano Rosso - Il Toro arriva a festeggiare il Natale con il consueto pessimismo di fondo che vuole la squadra stanca, senza un gioco concreto ed in grado di lasciare sulla strada punti importanti contro squadre di modesto livello. L'ambiente non cambia mai ed il pessimismo cosmico rimane una componente essenziale della parte granata della Mole; tuttavia guardando i numeri ci si può facilmente accorgere di alcune differenze fondamentali rispetto alle passate stagioni.

Escludendo i dati statistici relativi al possesso palla, sia in percentuali sia in minuti, o i numeri che riguardano l'imbattibilità casalinga - un lusso, se si ripensa agli ultimi tempi - o le vittorie interne ed esterne o a differenza reti e media inglese (l'unica positiva di tutta la cadetteria) si può prepotentemente notare il primato in classifica, posizione che sotto l'albero di Natale mancava ai granata dagli albori degli anni 2000.

Questo primato è certamente frutto del lodevole lavoro del tecnico Giampiero Ventura che, pur predicando un calcio offensivo e basato sul possesso, ha subito individuato come priorità l'aspetto difensivo oliandone i meccanismi e blindando la porta di Coppola. Ne è venuto fuori un lavoro coi fiocchi, con la difesa granata eletta a migliore di questa prima parte di stagione ed il giovane talento del vivaio granata Angelo Ogbonna convocato stabilmente in nazionale, per se in serie B, da Cesare Prandelli.

A voler trovare il pelo nell'uovo, però, sono ancora ben nitide nei pensieri comuni le immagini dei due errori grossolanti - forse gli unici della stagione - che hanno causato le uniche due sconfitte esterne dell'anno al Toro, Padova esclusa, contro due squadre non propriamente blasonate come Gubbio e Modena facendo perdere ai Granata punti preziosi ma soprattutto permettendo alle antagoniste di recuperarne altrettanti.

L'incomprensione tra il portiere granata ed Ogbonna di Gubbio è infatti assimililabile per dinamica e responsabilità - in entrambe le occasioni per Coppola di tratta solo di concorso di colpa - a quella dell'estremo difensore con Glik a Modena: in entrambe le occasioni un pallone troppo lento per giungere agevolmente tra le braccia di Coppola viene coperto con eccessiva sicurezza dai centrali difensivi.

In entrambe le occasioni sarebbe bastata la comunicazione verbale, in assenza della quale sia l'Angelo nazionale sia il giocatore polacco avrebbero dovuto rendersi conto dell'assenza - o del ritardo nell'uscita - del proprio portiere ed avrebbero dovuto agevolarlo, magari toccandogli all'indietro il pallone come in uno degli altri innumerevoli retropassaggi che eseguono a partita oppure spazzando in rimessa laterale o calcio d'angolo per non correre rischi. Dal canto proprio Coppola avrebbe dovuto manifestare più risolutezza nelle due occasioni o uscendo con decisione di piede o di mano anticipando anche il proprio difensore o proponendosi a gran voce per ricevere un retropassaggio ed avvisare della pressione offensiva degli avversari.

Errori di poco se confrontati con il grande volume di gioco a cui è sottoposta settimanalmente la retroguardia granata, sia in fase di possesso e costruzione dell'azione sia soprattutto in fase difensiva considerando i frequenti lanci lunghi con annessi tentativi di ripartenze avversarie: un aspetto certamente da non sottovalutare per il proseguio del cammino granata, ma al contempo assolutamente ignorabile per questo breve ma imminente riposo natalizio.

(foto M.Dreosti)