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Diritto di scelta

Redazione Toro News

di Alessandro Salvatico

Urbano Cairo ha invitato a "non considerare il passato come salvacondotto" di durata indeterminata. Il riferimento è a Gianni De Biasi e a quanto di...

"di Alessandro Salvatico

"Urbano Cairo ha invitato a "non considerare il passato come salvacondotto" di durata indeterminata. Il riferimento è a Gianni De Biasi e a quanto di buono ha fatto l'allenatore sulla panchina granata: il mister ha centrato tre obiettivi su tre. Ma le parole del presidente pensa che il presente è oggi, non ieri; e che, se a suo modo di vedere le cose non vanno, deve poter intervenire senza sentirsi inibito da quanto fatto in passato.Giusto. Ragionevole, sensato. E, in fin dei conti, legittimo; tanto più che ha il potere per farlo.E' infatti un diritto del datore di lavoro disporre dell'impiego di un suo dipendente. Eventualmente rimuoverlo dall'incarico, pur continuando a retribuirlo.Sarebbe il sesto avvicendamento in panchina negli ultimi due campionati e mezzo, però. Un'operazione che, ogni volta, costituisce un rischio: per un allenatore nuovo è sempre difficile arrivare alla conoscenza di tutti i giocatori, di tutti gli equilibri, dell'ambiente, in poco tempo. Statisticamente, da questo punto di vista al presidente è andata molto bene, finora; per quanto all'ultimo respiro, sono arrivati gli obiettivi minimi stagionali, effettuando il cambio in corsa. Ma c'é da dire che il tecnico ad arrivare in corsa era sempre lo stesso De Biasi (il quale peraltro gode della fiducia dei suoi), che, al di là delle valutazioni di merito, era tecnico che arrivava a Torino conoscendo già tutto dello spogliatoio. Un nuovo cambio non avrebbe questi punti di partenza, a meno di non voler richiamare quel Novellino che ha però pessimi rapporti con buona parte dell'ambiente stesso.E' un diritto di Cairo provvedere, ma il presidente sappia che corre un rischio e che potrebbe non fare il bene del Torino. E se ne assuma la responsabilità.

"Gianni De Biasi ha invitato a "non mettere in discussione tutto ogni volta che si perde", dopo Siena. Certo, difficile non farlo, dopo una partita orrenda come l'ultima disputata dai suoi.Difficile anche il suo ruolo, d'altro canto, se è vero che veniva criticato quando teneva fuori Rosina e Bianchi, ed è stato criticato ora per averli schierati, specie il secondo. Ma questo è il destino degli allenatori. Il mister ricorda, giustamente, la sua facoltà di fare la squadra e di decidere chi utilizzare e chi no, per il bene del Toro. Ci mancherebbe, è il suo lavoro, non ci devono essere ingerenze. Probabilmente, oggi terrà fuori Bianchi (nonché Pratali e Barone) e manderà in campo il deludente Rosina, affidandosi al capitano.L'allenatore sceglie chi inserire nella formazione titolare, e anche chi a partita in corso. Quest'ultimo punto ha spesso scatenato critiche da parte dei tifosi, per alcune scelte, specie nelle prime giornate, che parevano sfrontate, più che votate all'attacco, come la presenza contemporanea in campo di quattro punte. E per quanto la squadra mandata in campo ultimamente sia a giudizio della maggioranza la migliore possibile, ogni sua mossa sarà osservata con lente ipercritica, in un momento tanto difficile.E' un diritto di De Biasi scegliere, ma l'allenatore sappia che la fiducia è a termine, e che le scelte sono sue, senza ingerenza alcuna. Pertanto se ne assuma la responsabilità.

"Il Centro Coordinamento Toro Clubs ha invitato a "un confronto, destinato certo a costruire e non a distruggere". Invito destinato al presidente del Torino FC.La tifoseria organizzata emette un comunicato in cui stigmatizza alcuni errori commessi dalla proprietà e perpetrati nel tempo. Errori spesso puntualizzati da molti osservatori e semplici tifosi (attraverso le lettere che da essi ci giungono), specie quelli legati ai molti (continui) cambi effettuati, tanto in panchina quanto in sede, e quelli legati all'assenza di figure dirigenziali in società.Le parole del comunicato esprimono concetti condivisibili; non invitano a tenere De Biasi, ma a cambiare meno e soprattutto, in caso si decida di cambiare, a farlo prendendosi la propria parte di colpe. Quel che lascia perplessi molti dei lettori che ci scrivono infatti non è tanto l'oggetto, quanto la forma e il tempo scelti. I tempi, perché ci troviamo alla vigilia di una partita di importanza capitale per la squadra, in un momento nero di risultati e di classifica. I modi, perché si fa fatica a capire l'urgenza delle questioni poste, questioni -come illustrato nello stesso comunicato- che si trascinano da tre anni, e che vanno analizzate e finalmente risolte ma forse non a poche ore di distanza dalla partita.Insomma, se tutto questo si fosse fatto lunedì, probabilmente sarebbero stati raccolti maggiori consensi.E' un diritto dei tifosi contestare, come paventato per la partita di oggi, ma i tifosi sappiano che così difficilmente si fa il bene immediato di una squadra. Se ne assumano coscientemente la responsabilità.

"(foto: Torino-Fiorentina 2007/2008)