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Dieci reti in cinque gare. Sogno o son desto? E’ quello che viene da pensare dopo aver osservato le azioni della difesa granata durante questo primo scorcio di campionato, soprattutto dopo la partita con la Lazio. Purtroppo non sono i...
Dieci reti in cinque gare. Sogno o son desto? E’ quello che viene da pensare dopo aver osservato le azioni della difesa granata durante questo primo scorcio di campionato, soprattutto dopo la partita con la Lazio. Purtroppo non sono i postumi nefasti di un fuso orario di sei ore a far sembrare la coppia centrale del Toro gli alter-ego di due tonni infilzati e messi allo spiedo dagli attaccanti laziali. E’ proprio tutto drammaticamente vero.La sosta per la Nazionale non potrebbe arrivare in un momento migliore per la squadra granata. Infatti, se l’attacco piange, la difesa non ride per niente, anzi ha sulla bocca i quattro sberloni che i biancocelesti e, a onor del vero, madama fortuna le hanno rifilato. Tutti gli avversari che hanno affrontato i granata hanno potuto affondare almeno un pallone in rete per una media di 2 a partita. Viene da chiedersi, ancora una volta, dove siano finiti i pilastri che la scorsa stagione fecero del reparto arretrato, dati alla mano, il più forte della serie cadetta. Il cambio fra Taibi e Abbiati è stato salutato dallo stesso ex-numero 1 come un miglioramento, sulla destra è tornato un giovane autore di un buon campionato con l’Ascoli, al centro sono cominciati invece i dolori. L’esperto Brevi, capitano e autore di un’annata più che positiva, è stato spedito in pianta stabile in tribuna, nemmeno in panchina. Di Melara, Orfei, Doudou, si sono perse più o meno fortunatamente le tracce fra squalifiche, acciacchi e cessioni ventilate. In compenso sono arrivati i centimetri di Cioffi, Di Loreto, Franceschini e Pancaro. Questi ultimi a costo zero. Il primo il campo non l’ha mai visto, gli altri tre sì e abbiamo visto come.In estate, in tempi non sospetti, qualcuno sfogandosi in camera caritatis diceva che non si possono fare campagne acquisti con l’album delle figurine Panini guardando chi costa meno e chi ha più appeal pubblicitario. A questo punto viene spontaneo sperare che da qui alla prossima partita interna con il Chievo, domenica 15 ottobre, il lungo lavoro di semina dell’allenatore venga accelerato e migliorato da una serie di additivi, quali magari il recupero dell’esperienza di chi giace in tribuna, quello della freschezza psicologica e atletica di chi è stato poco utilizzato e un pizzico di buona sorte che, sicuramente, fino a oggi non ha guardato benignamente al Toro.
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