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Dopo un avvio a rilento le sue prestazioni sono sensibilmente migliorate, ci sono voluti un paio di mesi e poi il ragazzo ha ingranato. Proprio così, perché Dzemaili ha...
di Edoardo Blandino
"Dopo un avvio a rilento le sue prestazioni sono sensibilmente migliorate, ci sono voluti un paio di mesi e poi il ragazzo ha ingranato. Proprio così, perché Dzemaili ha stentato all’inizio. Arrivava da quasi un anno di inattività a causa di un grave problema fisico che lo aveva tenuto lontano dai campi di gioco. Principalmente doveva riabituarsi al ritmo partita, alla concentrazione e a tutte quelle piccole cose, che poi fanno la differenza, che si perdono non indossando le scarpette per un po’ di tempo. Ma la materia prima su cui lavorare è evidentemente buona e, scrollatosi di dosso tutta la polvere accumulata, ecco che il ragazzo ha cominciato a brillare. Merito anche del nuovo modulo imposto da De Biasi, che ne ha esaltato le caratteristiche. Nel 4-3-3 si doveva accollare un lavoro di interdizione notevole, lavoro che non è pienamente nelle sue corde, o perlomeno, a cui non è mai stato realmente abituato. Il passaggio al 4-4-2 ha dato equilibrio alla squadra ed al centrocampo e la vicinanza con Barone gli ha reso la vita più facile. Ora aiuta anche in fase di non possesso, cercando sempre di rallentare l’azione o rubare il pallone, ma non ha più il gravoso compito che gli spettava in precedenza. Adesso quello che De Biasi gli chiede è di far girare la palla, di essere il regista di questa squadra. E Dzemaili ci sta riuscendo piuttosto bene: si sta rivelando proprio il calciatore che la società si aspettava ed ha preso con autorevolezza in mano le chiavi del centrocampo. Evidentemente ha imparato in fretta da Corini, giocatore di cui avrebbe dovuto essere la riserva. Talmente in fretta che una volta che il 38enne tornerà disponibile, sarà una scelta ardua per De Biasi decidere su chi puntare. Lo svizzero si è indubbiamente calato appieno nella realtà italiana ed ha trovato il giusto feeling con i compagni. Anche perché può contare su una personalità non comune a 22 anni, che trapela fuori dal campo ancora prima che sul terreno di gioco. Dal punto di vista tecnico possiede un buon tiro, che non esita quasi mai a provare ed una capacità di inserirsi senza palla davvero notevole. Gioca con tranquillità ed un po’ di sfrontatezza, senza timori reverenziali e non ha paura di sbagliare. Nelle ultime gare è davvero stato il valore aggiunto di questa squadra, ma bisognerà capire se il ragazzo saprà di ripetersi anche domenica contro il Catania. Gli etnei hanno un centrocampo molto aggressivo, che lascia poco respiro agli avversari. Occorre ragionare in fretta e sbagliare poco. Un bel banco di prova per Blerim.
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