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di Danilo Gobetto
In posizione avanzata come seconda punta, spostato dietro ad un unico attaccante e pronto per l’inserimento o per “colpire” da fuori, poco importa;...
"di Danilo Gobetto
"In posizione avanzata come seconda punta, spostato dietro ad un unico attaccante e pronto per l’inserimento o per “colpire” da fuori, poco importa; quella di sabato deve essere la partita di Alvaro Recoba. Il Chino, escluso dalla convocazione dell’ultimo match a causa di un fastidioso problema muscolare, deve rispondere alla chiamata che un organico risicato impone. Difficile capire quale sia l’effettiva condizione del fuoriclasse uruguayano; negli ultimi anni trascorsi all’Inter, le sue presenze erano decisamente più sporadiche, non soltanto a causa della sua difficile collocazione in campo ma anche grazie ad una rosa di giocatori talmente ampia che il giocare da titolare diventava, spesso, un optional. Qui al Torino è tutto diverso. Approdato in granata nell’ultimo giorno utile di mercato, fortemente voluto dal presidente Cairo e da mister Novellino, il Chino è stato subito chiamato agli straordinari, proiettato in una dimensione a lui poco congeniale, quella di essere pedina fondamentale per gli schemi di gioco della squadra. Dai suoi piedi e da quelli del suo compagno di reparto, Rosina, sono partiti, fino ad ora, gli spunti più pericolosi della manovra granata. E anche quando il fisico non regge, come nel match casalingo con la Sampdoria, bastano quei quindici minuti di fraseggio per illuminare il gioco e rianimare i compagni, pronti a seguirlo nelle sue prodezze balistiche. Una costante minaccia per gli avversari, che quando lo vedono nel rettangolo di gioco devono spesso raddoppiare gli sforzi difensivi e la concentrazione per cercare di anticipare i movimenti di un giocatore che, palla tra i piedi, non sai mai cosa ti inventa. Questi pregi, però, non bastano. Non c’è tempo per rifiatare. Non è possibile curare con attenzione i classici acciacchi di stagione. In un collettivo come quello granata, bersagliato dalla sfortuna e decimato dagli infortuni, l’unico modo per rendersi davvero utili è quello di stringere i denti e scendere in campo, cercando sin dai primi minuti di gara di sbrogliare la complicata pratica Cagliari. Un sacrificio che per Recoba non implica soltanto la qualità, quella che con il suo estro ha già messo in mostra in più di un’occasione, ma anche la quantità. Con gli uomini di esperienza contati, a lui, sabato, gli si chiede una buona dose di “minutaggio” in campo, nella speranza che da un suo guizzo possano spalancarsi le porte del successo.
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