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gazzanet
"Difficile, in situazioni come quelle che il Torino sta vivendo in queste settimane avare (leggi: prive) di vittorie, capire dove finisce l'errore e dove inizia tutta una catena di sfortunati eventi che portano da un gesto apparentemente innocuo ma preso con sufficienza in una catastrofe sportiva. All'interno di questa riflessione si inserisce a pieno titolo anche uno degli avvenimenti chiave di Empoli-Torino, ovvero il retropassagio che Ajeti pensava di consegnare a Hart nel recupero del primo tempo. Una palla tranquilla, senza pressioni e passata anche con la giusta forza.
"Il patatrac arriva quasi al limite dell'area, quando quella sfera che sembrava innocuamente riservata ad Hart si ferma nel pantano del Castellani. In quel momento Ajeti dev'essersi ricordato di quando da ragazzino raccomandavano di non farsi ingannare dalle pozza d'acqua, alzando il pallone di quel tanto che basta per evitare di mettersi in difficoltà. Il tutto mentre Pucciarelli si avventava sul pallone, saltando Hart e depositando in rete. Un errore che, soprattutto per come ha inciso nel match, non può che essere da matita blu per l'albanese, andando a macchiare irrevocabilmente un esordio giocato con buona personalità e precisione, nei 45' prima e in quelli successivi.
"L'ingenuità pesa però sulla valutazione della prestazione. Come affermato anche da Mihajlovic a fine partita: "Sono cose che dovrebbero sapere da soli. Sta di fatto che ogni volta sbagliamo qualcosa noi e lo paghiamo caro. In generale comunque ha fatto quello che doveva fare, anche considerando che non giocava da molto". Quello su Ajeti è dunque un giudizio che va tarato anche sulle tante panchine consecutive che ne hanno inevitabilmente alienato quella scaltrezza e quell'attenzione che si acquisisce soltanto giocando domenica dopo domenica. L'errore c'è e il risultato lo sottolinea oltremodo, ma sarà l'esperienza a colmare le lacune di colui che resta un ragazzo 23enne alla prima stagione in una squadra competitiva per la parte sinistra della classifica.
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