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Empoli-Torino, il duello Mihajlovic-Martusciello deciso dagli episodi. E da alcune scelte

Redazione Toro News

Testa a testa / Nonostante la maggior qualità, il Toro non esce dal periodo buio. La pozza non era preventivabile, ma l'indecisione sul rigorista fa male

"Non è facile, in una partita decisa in maniera così evidente dagli episodi, attribuire i giusti meriti e le giuste colpe a chi la partita la vive dall'esterno ed è allo stesso tempo impotente e determinante nel suo esito, come gli allenatori. Se infatti è vero che ciò che succede sul campo esula dal loro diretto controllo, è anche vero che ciò che si dice in settimana e come la partita viene preparata ha influenze enormi, soprattutto nei dettagli. Come può essere la scelta dei rigoristi.

"Una gerarchia chiara fa bene a tutti: a chi calcia, ai compagni. La scelta ufficiale di designare Belotti, giunta nel postpartita, risulta tardiva. Non tanto perché questo assicurerà di segnare i rigori, che stanno diventando quasi un peso, ma soprattutto perché si potranno evitare delle scene poco edificanti come quelle mostrate dalle telecamere sulla rabbia di Belotti per il pallone rubatogli da Falque in occasione della battuta dal dischetto. Per il resto, il Torino ha fatto la sua partita contro una squadra ampiamente inferiore dal punto di vista qualitativo. E allora il rigore non basta come scusante per giustificare i mancati tre punti, perché il Toro, escludendo un tentativo di Iturbe, nella seconda frazione ha impensierito troppo poco Skorupski.

"Anche i cambi non convincono appieno: Baselli era tra i migliori granata, forse non era la scelta migliore sostituirlo. Da segnalare, però, che per una delle prime volte Mihajlovic non ha provato la mossa delle quattro punte. Vuoi per prudenza, vuoi per paura del campo pesante, stavolta la voglia di vincere ha lasciato spazio alla prudenza.

"Martusciello, dalla sua, ha imbastito una squadra solida che (al di là delle sbandate, come accaduto contro il Crotone) sta costruendo sulla fase difensiva una salvezza resa più agile dalla mancanza di competitività delle avversarie. La fase offensiva dei toscani, però, è abulica, e solo la pozzangherata di Ajeti ha permesso agli azzurri di pareggiare il match. Ma questo si sapeva: quello che stupisce, invece, è come il Toro non riesca ad uscire da questo tunnel. Qui sì, c'è qualche responsabilità che non si può eludere.