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Ferrante a TN: “Manca un’identità in attacco. Belotti cambia il modo di giocare”

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In esclusiva su Toro News le parole dell’ex attaccante granata, uomo da oltre 250 presenze con il Torino

Andrea Calderoni

In esclusiva su Toro News un ex grande attaccante del Torino analizza il momento complicato dei granata di Ivan Juric, a pochi giorni da un match molto complesso, quello in casa contro l’Inter di Simone Inzaghi. Il soggetto in questione è Marco Ferrante (ex anche dell'Inter), uomo da 254 presenze in granata e 124 gol. Chi meglio di lui per analizzare i problemi in termini di incisività dell'attacco granata?

Buongiorno Marco, soli sette gol in trasferta per il Torino: c’è un problema?

“Non è casualità, senz’ombra di dubbio. Si tratta di un aspetto che la squadra si porta dietro da tempo. Spero che non si ragioni come nel recente passato, ovvero prima non prenderle e poi provare a darle. Però, tutto sommato il Torino sta facendo vedere qualcosa in più. La speranza è raggiungere quota 40 il prima possibile, così da stare finalmente tranquilli. Credo che la quota salvezza sarà più bassa rispetto agli ultimi campionati e quindi non ci saranno problemi. Comunque, non è facile fare un’analisi sulla carenza offensiva in trasferta dei granata”.

Ci possono essere ragioni tattiche?

“Secondo me sì, ci sono problemi tattici perché manca una vera identità in attacco”.

Il rientro di Andrea Belotti in tal senso ha aiutato o ha ostacolato?

“Senza Belotti il Torino aveva trovato soluzioni interessanti. Da quando è rientrato Belotti lui ha fatto bene, segnando anche due gol importanti, ma ha caratteristiche molto differenti rispetto a un Sanabria. Belotti fa cambiare tatticamente il Torino e il suo modo di giocare”.

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Giusto pungolare Belotti, come fatto da Juric, dopo una prestazione così e così contro il Bologna?

“Sì, giusto. Non dobbiamo dimenticarci che a giugno Belotti andrà via. Bisogna metterselo in testa. Non è stato trovato l’accordo e quindi il giocatore è come se fosse quasi già andato via. Ora il discorso è prettamente aziendale. Secondo me, devono avere qualche chance in più i giocatori che rimarranno piuttosto che quelli che andranno via. Nello stesso tempo, da allenatore, farei sempre giocare chi sta meglio di testa e di fisico. Chiaro che Belotti fa parte dei migliori e quindi è difficilmente sacrificabile. La sua situazione appare in stand-by rispetto a qualche mese fa, ma il problema resta”.

Quanto è difficile da gestire una simile situazione?

“Molto difficile. Faccio una premessa: sull’impegno di Belotti ci metto la mano sul fuoco e darà il 100% fino all’ultimo secondo dell’ultima partita. Comunque, chi è nella sua situazione può iniziare a pensare anche a non farsi male per non rovinare l’esperienza futura in un’altra squadra. Quindi, anche per il ragazzo non è facile gestire una simile situazione. Questi malumori, che restano silenti, in realtà si fanno sentire all’interno”.

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E l’assenza di Dennis Praet sta pesando?

“Sì, lui è un giocatore di qualità che fa la differenza. Però, club come il Torino sono diversi rispetto alle big. Un giocatore non può modificare completamente il rendimento di una squadra. In una formazione come il Torino è il gruppo che dev’essere il valore aggiunto. Ad esempio, Belotti negli scorsi anni ha sempre segnato tanto ma alla fine l’obiettivo di inizio stagione non è mai stato raggiunto. Il Torino è stato vincolato al singolo, mentre non ha creato un mosaico di primo piano. In questa stagione si è andati in un’altra direzione. Tuttavia, penso che il Torino sia al 70-80%: il giocattolo è ancora imperfetto, altrimenti non si spiegherebbe un passaggio a vuoto come quello dell’ultimo mese abbondante”.

Domenica sera cosa aspettarsi da Torino-Inter?

“L’Inter è quadrata. È andata in Inghilterra e ha giocato bene. I nerazzurri ti aspettano e prendono pochi gol, ma ti possono sempre punire. Ma non sarà una partita scontata. Non sarà una passeggiata di salute per l’Inter. Però il Torino dovrà rimanere sul pezzo fino al 95’, perché l’Inter con i suoi campioni può punirti anche allo scadere. Tra le mura amiche i granata si comportano meglio e possono sfruttare qualche leziosità che in campionato l’Inter ogni tanto concede”.

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