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Nel luglio di tre anni fa, Luca Asvisio – presidente dell’ordine dei commercialisti di Torino, nonché noto tifoso granata – venne nominato presidente della Fondazione Filadelfia da parte della Città di Torino. Oggi, Asvisio si concede a Toro News per un bilancio sul triennio che sta per concludersi.
Presidente Luca Asvisio, qual è il suo bilancio personale?
“Dopo tre anni mi sarei aspettato, sinceramente, di essere più avanti con il completamento del centro sportivo. Devo fare autocritica, ma è vero che dobbiamo fare i conti con delle normative cogenti, quelle del Codice degli Appalti, che richiedono adempimenti burocratici anche molto lunghi. Inoltre è inevitabile dire che il Covid abbia rallentato tutto. Ora però, speriamo che riparta anche il Filadelfia insieme a tutto il resto. A tal proposito mi fa ben sperare il fatto che finalmente siamo al completo per quanto riguarda le varie cariche in CdA, collegio di Revisori dei Conti e CdF”.
Come accoglie la nomina di Renato Zaccarelli come presidente del Collegio dei Fondatori?
“Si tratta di una notizia che mi fa estremamente piacere, la persona è di alto livello e rappresenta l’unione che tutti dovremmo perseguire per l’interesse comune della piena realizzazione dell’impianto, senza perdere le energie in critiche poco costruttive e senza guardare a interessi particolari”.
La Fondazione Filadelfia ha in cassa le disponibilità per portare avanti dei lavori, tra il canone dell’affitto pagato dal Torino e le donazioni dei tifosi. È così?
“La Fondazione ha le disponibilità per portare avanti non il secondo lotto ma le altre parti che mancano con l’ausilio di un finanziamento bancario garantito dagli introiti. Anche perché l’immobilismo dovuto al Covid ha fatto sì che le spese fossero molto ridotte. Ora è il momento di spendere bene questi soldi”.
E allora procediamo punto per punto: il Torino chiede da tempo che siano completate sala mensa e sala relax. Sono anche arrivati i finanziamenti, sotto forma di sponsorizzazione, del presidente Urbano Cairo e del commendatore Beretta.
“Sono partiti gli adempimenti burocratici per far partire i lavori: non dipende solo dalla Fondazione, ma il mio auspicio è che per la fase iniziale del campionato, agosto-settembre, le due sale possano essere in funzione”.
Quando ha visitato il Filadelfia lo scorso primo giugno, che cosa ha chiesto il nuovo allenatore Juric?
“La richiesta è che venga ripristinato il sistema di occultamento, quello delle cosiddette vele, affinché la squadra possa allenarsi in segretezza quando necessario. Richiesta ovviamente legittima. In questi giorni sono in corso degli accertamenti tecnici da parte di un perito del Politecnico che abbiamo incaricato. Anche qui, spero che per l’inizio del prossimo campionato le vele possano tornare a funzionare”.
Per quanto riguarda i monconi delle due curve storiche, quando saranno risistemati?
“La questione mi sta particolarmente a cuore perché sono i due angoli del Filadelfia che più mantengono vivo il legame col passato. Di recente io e il nuovo segretario della Fondazione, Roberto Bertasio, abbiamo incontrato la Soprintendenza delle Belle Arti. Le due zone vanno ristrutturate e messe in sicurezza. Anche per quanto riguarda la costruzione degli uffici del Torino e della Fondazione occorre accelerare: i nostri volontari hanno bisogno di un luogo che sia un punto di riferimento”.
Capitolo Museo del Grande Torino: come procede la ricerca dei fondi?
“Stiamo contattando istituzioni e fondazioni del territorio e speriamo ascoltino il nostro grido. C’è un dialogo con il Credito Sportivo del presidente Andrea Abodi, che si è manifestato disponibile per un prestito. Ci farebbe piacere poi che Comune e Regione confermassero il loro impegno per far sì che il Filadelfia, tramite il Museo, diventi un polo attrattivo della città. Una volta reperiti i fondi (servono 4.5 milioni e mezzo, ndr) potremo dare il via al bando per i lavori: Tempistiche? Il massimo sarebbe finire tutto entro un paio d’anni”.
Chiudiamo con i suoi auspici per il futuro; uno per il Filadelfia e uno per il Torino.
“Noi vorremmo che il Filadelfia fosse una cittadella sportiva, Covid permettendo, a misura di tifoso. Che una volta alla settimana fosse un punto di incontro tra tifosi e giocatori, che diventasse il cuore pulsante del Torino tra Museo del Grande Torino, Cortile della Memoria e curve storiche. Certo, sappiamo benissimo che tutto questo deve essere contemperato con l’esigenza di privacy della squadra. Alla quale auguro, da tifoso granata, di tornare ad esprimere quei valori che contraddistinguono il Torino facendo tornare nell'ambiente quell’entusiasmo che mi sembra sopito. Da questo punto di vista, Juric sembra l’allenatore giusto”.
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