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Antonio Finco, assistente di Mazzarri, ha rilasciato alcune dichiarazioni a TMW sull'esperienza del tecnico sulla panchina granata: "Mazzarri ha rescisso consensualmente, rinunciando anche a diversi soldi, per sbloccare la situazione. Lo ha fatto per liberare mentalmente la squadra da una contestazione durata mesi. I giocatori faticavano perché al primo pallone sbagliato arrivavano fischi".
LA CONTESTAZIONE -"La contestazione è iniziata improvvisamente - racconta Finco -, dopo la sconfitta 1-0 ad Udine. Arrivavamo da un pareggio con il Napoli ed una vittoria con il Milan, eravamo a qualche punto dalla zona Europa League. Mazzarri voleva dimettersi il 30 novembre dopo la vittoria 1-0 a Genova. Quando siamo tornati dalla trasferta dei tifosi, bendati, hanno tirato due bombe carta contro il pullman, circondandolo. La società ha convinto il tecnico a restare, perché Cairo credeva nel suo lavoro".
I PROBLEMI - Prosegue Finco: "Abbiamo delle attenuanti tra preparazione, Verdi arrivato all'ultimo, Nkoulou che voleva andare via e Ansaldi e Baselli a lungo fuori. Mazzarri è convinto che la squadra, liberata dal peso della contestazione e recuperati alcuni interpreti, possa fare un grande girone di ritorno. E così dopo Lecce ha deciso, confrontandosi con la società, di rescindere il contratto. Il gol di Cahlanoglu, a tre minuti dalla fine in Coppa Italia, è il simbolo della nostra stagione. A Lecce ci saremmo presentati in modo diverso, non stanchi fisicamente e moralmente. Contratto di Mazzarri in scadenza? Cairo ha più volte proposto il rinnovo. Dopo Natale siamo ripartiti bene. Poi è successo quel che è successo".
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