Diego Fuser è nato calcisticamente nel Torino e al termine della propria adolescenza è entrato dalla porta principale del calcio italiano grazie al club granata. Nella sua carriera ha anche indossato per tanti anni la maglia della Lazio e proprio per questo è il più classico dei doppi ex in vista della sfida di sabato 20 agosto alle 18.30 tra Torino e Lazio. In esclusiva su Toro News l’ex centrocampista della Nazionale, oggi fuori dal mondo del pallone, inquadra i principali temi granata e biancocelesti.
Esclusiva
Fuser a TN: “Lukic inopportuno, se tutti fanno come lui devi schierare la Primavera”
Buongiorno Diego, come giudica l’avvio di stagione del Torino?
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“Se parti bene, sei già a metà dell’opera. Vincere fa morale. Dopo una partita non si possono emettere giudizi su una squadra. Speriamo che sia di buon auspicio per il prosieguo del torneo”.
L’estate del Torino è stata bollente e ci sono state più diatribe. Può incidere in uno spogliatoio la clamorosa lite tra Juric e Vagnati, tra un allenatore e un direttore sportivo?
“Secondo me, qualcuno si sarà fatto anche delle risate. Bisogna sdrammatizzare in casi come quello accaduto al Torino perché c’è una stagione da affrontare. Ci sta che possa capitare. L’importante è capirsi. Non credo che possa destabilizzare l’ambiente, men che meno lo spogliatoio”.
Secondo problema: Sasa Lukic. Che idea si è fatto?
“Quando accadono queste cose penso sempre che dietro possano esserci dei fatti gravi, altrimenti non si possono spiegare. Se anche ci fosse stata un’incomprensione tra la società e il giocatore, trovo inopportuno il gesto di Lukic. Se tutti facessero come ha fatto lui, la squadra dovrebbe scendere in campo con la Primavera. Non penso che Lukic si sia comportato bene. Se fossi stato in lui avrei agito in modo differente”.
E poi Andrea Belotti che ha lasciato il Torino senza un saluto...
“La scelta di esprimere o meno un saluto dipende da sensazioni personali. Dal mio punto di vista mi spiace molto per come sia finito il rapporto tra il Torino e Andrea Belotti. Il calciatore è un lavoro per tutti e quindi Belotti ha preso una decisione per il suo meglio. Nello stesso tempo, dall’esterno ho sempre percepito un grande sostegno da parte del popolo granata a Belotti e quindi la sua scelta di non salutare nessuno e andarsene in silenzio mi pare strana. È un peccato insomma. Forse ci sono sotto cose che non sappiamo”.
Chi è più avanti, Maurizio Sarri con la Lazio o Ivan Juric con il Torino?
“Al momento è difficile rispondere perché siamo all’inizio della stagione. Ci vorrà un po’ di tempo per entrambi. Sono però certo di una cosa: entrambi hanno le idee chiare su cosa vogliono fare”.
Nato nel Torino, da giovanissimo si è messo in luce con la Prima Squadra del Torino. Cosa resta di quegli esordi?
“Mi ricordo tantissima emozione. Era un calcio un po’ diverso, vissuto in un’altra maniera. In Serie A ci arrivavano in pochi mentre al giorno d’oggi sono cambiate un po’ le dinamiche. Il ricordo è vivo e ancora oggi seguo con grande affetto il Toro. Peccato che siano passati oltre trent’anni”.
Durante la sua carriera è passato dalla Lazio alla Roma, nel mezzo il Parma. In questa calda estate granata anche Bremer è transitato dal Torino alla Juventus. Come si vive quando si passa da una sponda all’altra? I laziali ci rimasero male?
“Dal Torino alla Juventus e viceversa sono passati più giocatori rispetto che dalla Lazio alla Roma o dalla Roma alla Lazio. A Roma, inoltre, il calcio è vissuto in molto veramente viscerale e i tifosi della Lazio se la presero per il mio approdo alla Roma. Però, del resto, il calciatore è un lavoro e va sfruttato fino alla fine”.
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