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Alzi la mano chi avrebbe scommesso su Garofalo. Qualcuno disposto a farlo probabilmente ci sarebbe stato, ma alla maggioranza del pubblico il laterale sinistro era completamente sconosciuto. In realtà, Agostino Garofalo,...
"Alzi la mano chi avrebbe scommesso su Garofalo. Qualcuno disposto a farlo probabilmente ci sarebbe stato, ma alla maggioranza del pubblico il laterale sinistro era completamente sconosciuto. In realtà, Agostino Garofalo, qualche buona dote l’aveva già fatta intravedere negli scorsi campionati. A Grosseto è rimasto quattro stagioni, di cui due in B, dove ha dimostrato di avere un alto rendimento che gli ha permesso di attirare le attenzioni di diversi team di Serie A. Alla fine lo ha tesserato il Siena. Con il nuovo club toscano, però, non ha trovato spazio e quando ha saputo dell’interesse granata non se lo è fatto ripetere due volte: ha preso il telefonino, composto il numero di Petrachi e gli ha detto: «Voglio venire al Toro». Quella di Garofalo è stata una scelta impulsiva che però, almeno fino ad ora, ha ripagato. È ben presto diventato un titolare inamovibile della squadra di Colantuono. Sulla sinistra scava solchi correndo su e giù per il campo. Ma non si tratta del classico giocatore di sostanza e poca qualità. Garofalo abbina alla grande corsa anche un discreto tocco di palla. Certo, non sarà ai livelli di Maicon, ma nella massima categoria non sfigurerebbe.
"Anche perché si tratta di un giocatore in grado di ricoprire almeno due ruoli con grande efficacia. Per quasi tutto la sua esperienza granata è sceso in campo come terzino, ma lui è capacissimo di giocare da esterno di centrocampo. A Reggio Calabria lo ha dimostrato: quando è uscito Gasbarroni è avanzato lui in mediana e ha dato un grande contributo a squadra e compagni. Non avrà la classe né il dribbling del fantasista numero 14, però possiede altre qualità lo rendono un elemento prezioso. Non bisogna dimenticare poi la capacità di Garofalo di battere punizioni. Fino all’ultimo match non aveva avuto tante chance di calciare a rete da palla ferma. In fondo, al Toro sono molti i giocatori bravi dai calci piazzati. Ma contro la Reggina, appena ha avuto l’opportunità, non ci pensato due volte e ha piazzato la palla nel sette. Ah, che punizione Garofalo!
"(Foto: M. Dreosti)
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