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Gattuso supera l’esame Toro: per Longo tardivi gli ingressi di Edera e Verdi

Focus on / Il confronto tra i due tecnici sorride al Campione del Mondo di Berlino 2006

Andrea Calderoni

Il Torino al San Paolo si è smarrito dopo appena 120 secondi. Giocare con il coltello tra i denti per due minuti contro un Napoli in salute, nonostante i numerosi impegni delle ultime settimane, è naturalmente troppo poco per poter sperare di evitare la sesta sconfitta di fila in Serie A. Il k.o. al 90’ è arrivato puntuale, ma i primi segnali nefasti sono emersi già sul finire dell’ottavo minuto di gioco con la conclusione di Milik. I granata hanno evidenziato ancora una volta problemi mentali preoccupanti. Una squadra come il Torino che si deve salvare, come ha sottolineato a più riprese il tecnico Moreno Longo durante il suo primo mese sotto la Mole, non può concedere con facilità un gol su calcio piazzato. Invece, ancora una volta è successo e dopo il gol di Manolas la reazione non c’è stata.

GATTUSO PROMOSSO - Il Napoli ha dimostrato di incarnare nel migliore dei modi lo spirito di Gennaro Gattuso. Una strategia chiara e semplice, ma produttiva. I partenopei hanno tenuto il pallone e hanno interpretato la partita in maniera diametralmente opposta rispetto a quanto accaduto contro il Barcellona agli ottavi di Champions League. In entrambi i casi la prestazione è stata importante, ma il Napoli ha saputo intelligentemente calarsi in due match totalmente differenti. Nell’ultima settimana Gattuso ha ricevuto risposte confortanti dalla sua squadra, che ha superato a pieni voti le prime due prove dell’esame di maturità. Al terzo tentativo, invece, Moreno Longo non è riuscito a strappare la prima sufficienza. Le novità tattiche non hanno funzionato non tanto per colpa del tecnico, quanto per l’inadeguatezza delle prestazioni di alcuni interpreti (Zaza su tutti). L'allenatore granata, seguendo da vicino il riscaldamento pre-partita dei suoi, ha provato a caricare ad uno ad uno i suoi ragazzi. I risultati si sono visti in avvio, con i primi minuti disputati in modo gagliardo, ma poco dopo - non appena il Napoli ha preso in mano le redini del gioco - i granata si sono acquattati nella loro metà campo senza più riuscire a ripartire.

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CAMBI TARDIVI - A Longo si può rimproverare una cosa, ovvero gli ingressi oltremodo posticipati di Simone Verdi e Simone Edera. Entrambi sono stati gettati nella mischia quando ormai la barca era affondata nel meraviglioso mare campano. Di Lorenzo, infatti, aveva appena siglato il 2 a 0 e l’impresa del Torino si era già trasformata in un qualcosa di impossibile. Tra l’altro Longo avrebbe tranquillamente potuto attingere dalla panchina precedentemente visto che gli interpreti in campo non stavano eccellendo. Nello specifico Tomas Rincon e Simone Zaza, usciti per dare campo a Verdi ed Edera, erano stati tra i più deludenti della notte di Fuorigrotta. L’1 a 0 non era da difendere, l’1 a 1 era da ricercare magari anche con un nuovo assetto offensivo e con giocatori più qualitativi in grado di gestire qualche pallone. Togliere Rincon e Zaza era una scommessa a vincere, perché tanto peggio non si poteva fare. Dunque, si doveva agire prima per tentare di dare una scossa ad un gruppo di agnellini docili senza il fuoco dentro. Non sarebbe servito forse, considerate le premesse, ma il tentativo andava fatto (anche perchè Verdi e Edera a conti fatti sono entrambi entrati nell'azione del gol del 2-1). Di lavoro, perciò, ce n’è ancora tantissimo da svolgere mentalmente e tatticamente, ma settimana dopo settimana la situazione si complica e le sabbie mobili sono ad un passo.

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