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Toro senza punte e operaio: così Mazzarri porta via tre punti da Genova

Andrea Marchello

Focus on / Ecco chi ha vinto la sfida in panchina nella gara tra Genoa e Torino

Tre punti molto importanti per il Torino, che a Marassi ha battuto il Genoa per 1-0 grazie alla rete di Bremer. A vincere la sfida delle panchine è stato col senno di poi Mazzarri, che ha avuto la meglio su Thiago Motta grazie a scelte da interpretare con cura, e anche - non lo si può nascondere - grazie a una dose di buona sorte che sicuramente ha aiutato i granata.

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SCELTE – La gara inizia con il Torino che in campo ha una disposizione insolita: in assenza di Belotti, Mazzarri non inserisce Zaza, sulla carta il più probabile dei sostituti, optando per l’inedita coppia d’attacco formata da Berenguer e Lukic, che fanno sì che il Toro abbia 10 corridori in grado di fare pressing costante in tutte le zone del campo. L’intento è chiaro: anestetizzare il possesso palla del Genoa, una delle squadre con il più alto coefficiente in merito. Ed i granata – nella prima metà di gara – ci riescono anche, bloccando qualsiasi velleità dei genovesi. Tali scelte, però, hanno come rovescio della medaglia una scarsa propensione alla finalizzazione: la produzione offensiva è quasi inesistente, rischio messo probabilmente in conto da Mazzarri. Ed in assenza di punte si registra solo la conclusione di Ansaldi che – per quanto pericolosa – non sblocca la gara.

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LA RIPRESA – Nella seconda frazione le cose cambiano un po’. Thiago Motta si trova costretto ad inserire Ankersen al posto di Ghiglione, ma indipendentemente da questo è un Genoa più combattivo. Il Toro si allunga e concede qualcosa. Agudelo mette in difficoltà la difesa granata, ed al 56′ Favilli colpisce pure un palo. Il Genoa attacca, complice anche l’ingresso in campo di Pinamonti su Favilli, ma Mazzarri fa le sue contromosse. Fuori Baselli (ammonito) e dentro Meité, fuori anche Ansaldi (autore di una buona gara nel complesso, ma stanco) al posto del più fresco Laxalt. Il vantaggio alla fine arriva, e Thiago Motta prova a risollevare la situazione inserendo Gümüş al posto di Sturaro: non servirà. L’ultima sostituzione granata, una bocciatura per Zaza ed un attestato di stima per Edera, veloce nelle ripartenze e bravo nel pressing, vede quest’ultimo fare il suo ingresso in campo. Occasione sprecata, visto il doppio giallo rimediato in appena 6′.

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CORAGGIO E SCRUPOLO – Le scelte del tecnico del Toro sono allo stesso tempo timorose e coraggiose. Timorose, perché in una situazione non ottimale come quella granata l’intento principale è stato quello di bloccare i rischi piuttosto che causare pericoli: il modulo è infatti un 4-4-1-1 in grado di diventare 3-4-2-1 in fase offensiva. Ma sono scelte anche coraggiose: un Toro così, tutto nuovo negli interpreti e nei moduli, in un momento così delicato della stagione è indubbiamente un rischio. E di sicuro, se le cose fossero andate diversamente, la bufera si sarebbe acuita (anche se la contestazione al ritorno c’è stata comunque). Ma alla fine, a vincere in campo e tra le panchine, è stato Mazzarri.