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All'epoca c'erano ancora i leggendari "Balon boys", la sezione giovanile del Torino dedicata al grande Adolfo Baloncieri, che sfornò i talenti di Raf Vallone, Federico Allasio, Cesare Gallea e, soprattutto, il protagonista della nostra prima "figurina": Giacinto Ellena. Mediano dall'attitudine difensiva, nacque a Torino il 3 novembre del 1914, percorse tutta la trafila nelle giovanili granata, vedendo l'inaugurazione del Filadelfia nel 1926. Fu, infine, aggregato alla prima squadra nel 1934, esordiendo in Serie A il 21 gennaio dello stesso anno, nel pareggio esterno per 1-1 contro la Fiorentina.Fu poi mandato a farsi le ossa alla "Vigevanesi", formazione della provincia pavese, dove giocò un'intera stagione da titolare per tornare tra le fila dei granata per tre stagioni consecutive, collezionando 68 presenze ed un goal in Serie A. Partì poi con destinazione Milan, trovando pochissimo spazio, per poi cercare maggiore fortuna alla Fiorentina, dove giocò titolare dal '39 al '41, per tornare finalmente in granata.Nella stagione '42-'43 partecipò da protagonista alla trionfale stagione della "doppietta" Campionato e Coppa Italia, antipasto delle scorpacciate future del Grande Torino, e prese parte anche al Campionato di Guerra del '43-'44, concluso con la vittoria dei Vigili del Fuoco La Spezia, che batterono proprio il Torino per 2 reti a 1 (titolo sportivo mai riconosciuto dalla FIGC come Scudetto, ma puramente onorifico). Partì, poi, con destinazione Alessandria, dove contribuì alla promozione dei grigi in Serie A, per poi giocare un anno a Legnano ed infine, dopo la tragedia del Grande Torino che colpì gli ex compagni, chiudere la carriera a Cesena nel 1951. Per qualche anno si dedicò, poi, ad allenare, passando dagli stessi romagnoli alla Pro Vercelli, Casale, Genoa, Treviso, Pro Patria e Ravenna, fino a tornare, ancora una volta, a Torino come responsabile del settore giovanile.Ancor più delle buone prestazioni da calciatore, infatti, il vero talento insuperabile di Ellena fu il fiuto per la scoperta dei grandi campioni: già da calciatore si spese per convincere il Presidente Ferruccio Novo a concludere l'azzeccatissimo acquisto di Romeo Menti dalla Fiorentina, da responsabile del settore giovanile divenne il punto di riferimento per una eccezionale rete di osservatori, che ebbero il merito di scoprire campioni del livello di Paolo Pulici (scoperto tra le fila del Legnano), Francesco Graziani (scovato ad Arezzo), Renato Zaccarelli, Franco Causio, Diego Fuser e Dino Baggio. Gravitando intorno al mondo granata fino alla soglia degli anni '90, più volte ha rivestito il ruolo di punto di riferimento nelle situazioni di emergenza, provvedendo anche ad allenare la Prima Squadra nei momenti più difficili. Nel '59, ad esempio, fu chiamato, nell'anno della retrocessione, a gestire la successione tra Bertoloni e Senkey, che sostituì ancora una volta nella stagione successiva, riportando i granata in Serie A. Nel '63, poi tornò in panchina per sostituire Beniamino Santos (giocando l'ultima stagione della storia granata al Filadelfia) ed, infine, nel '75 si occupò di guidare il Toro nel girone finale di Coppa Italia dopo l'addio di Edmondo Fabbri.Uno dei tanti aneddoti che ruotano intorno a "Cinto" riguarda una scoperta eccellente mai concretizzata: a fine anni '70 Ellena spedì, infatti, Sergio Vatta a visionare un certo Michel Platini, semisconosciuto centrocampista del Nancy... affare che poi non si concretizzò. Sicuramente aveva fiuto questo grande cuore granata, che se ne andò, ironia della sorte, propriò il giorno del suo ottantaseiesimo compleanno, il 3 novembre del 2000. Noi lo immaginiamo ancora a dirigere i giovani granata e a cercare giovanotti di belle speranze in giro per le scuole calcio, e siamo fieri di dedicargli la nostra prima "Figurina".Diego Fornero (Twitter: @diegofornero)
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