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PARMA, ITALY - JANUARY 03: Marco Giampaolo, head coach of Torino looks on ahead of the Serie A match between Parma Calcio and Torino FC at Stadio Ennio Tardini on January 03, 2021 in Parma, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
"Dalla serata di ieri è ufficiale: Marco Giampaolo è stato sollevato dal suo incarico e non è più l'allenatore del Torino. Una notizia che era nell'aria dalla serata di sabato e che pone ufficialmente fine al tortuoso percorso in granata del tecnico di Giulianova, cominciato il 7 agosto scorso tra la perplessità generale. Ebbene sì: già alla vigilia della sua avventura sulla panchina del Torino, i dubbi di tifosi e addetti ai lavori nei confronti del nuovo tecnico erano molti. Dubbi legati principalmente al fatto che non c'erano le condizioni per varare la rivoluzione tecnico-tattica che Cairo e Vagnati volevano: dall'assenza di un ritiro vero e proprio al poco tempo tra le due stagioni, passando per il fatto che sarebbe servito rivoltare la rosa che si era salvata a due giornate dalla fine l'anno precedente per poter permettere a Giampaolo di impiantare il suo credo calcistico, da tanti considerato eccessivamente "dogmatico". Il cosiddetto "Maestro" ha poi dimostrato di non essere un integralista a tutti i costi, ma era ormai troppo tardi.
ALIBI - Molto difficile dire che le colpe di questa prima metà di stagione da retrocessione del Torino siano solo di Giampaolo, che in effetti più di qualche alibi a cui aggrapparsi ce l'ha. A partire dall'ultimo mercato estivo operato dalla società: un mercato rivelatosi completamente inadeguato alle necessità del mister che, al di là delle dichiarazioni pubbliche ai giornalisti, non avrebbe certo disdegnato l'arrivo di un regista e di un trequartista di ruolo. Due posizioni di campo che l'ex mister di Milan e Sampdoria ha provato dapprima a "tappare" con Rincon e Lukic, per poi arrendersi all'evidenza dei fatti e abiurare quel 4-3-1-2 tanto caro da una vita intera per un più mazzarriano 3-5-2. Già quello, probabilmente, avrebbe dovuto essere un chiaro campanello d'allarme per tutti.
COLPE OGGETTIVE - Ma, detti gli alibi, ci sono anche le colpe oggettive imputabili al tecnico. Su tutte quelle relative alle prestazioni e ai punti raccolti dal suo Toro: 13 in 18 giornate, con una media di 0,72 punti a partita e ancora nessuna vittoria casalinga in campionato. Il tempo per migliorare le cose c'è stato ma la scintilla giusta non è mai scoccata. Che dire poi delle enormità di rimonte subite da Belotti e compagni: una brutta abitudine che la squadra si portava dietro dalla stagione precedente, ma sulla quale Giampaolo non è stato in grado di incidere in alcun modo. In ultima istanza, si può dunque dire che Marco Giampaolo al Torino non è stato altro che l'allenatore giusto al momento sbagliato. Già alla fine del calciomercato era chiaro che il tecnico abruzzese avrebbe fatto molta fatica e il finale è stato quello annunciato.
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