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Giampaolo pareggia con Ranieri: reazione e “cambio abito” le note liete

Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 
Il Confronto / Il testaccino ribalta la sua squadra con quattro cambi ad inizio ripresa: la Sampdoria cambia volto. Bene il Torino dell’ultimo segmento dopo l’ennesima rimonta patita

Marco Giampaolo e Claudio Ranieri, entrambi assenti dalle rispettive panchine, si sono portati a casa un punto ciascuno ieri sera. Chi deve ritenersi più soddisfatto? Entrambi possono far leva su aspetti positivi: il primo ha visto una buona reazione della sua squadra dopo essere stato rimontato per l’ennesima volta, il secondo tiene a distanza i granata in classifica e resta lontano dai bassifondi, tornando a muovere la graduatoria. È chiaro, tuttavia, che i punti di domanda su Torino e Sampdoria giunti a fine novembre restano. L’approccio alla partita blucerchiato lo si può tranquillamente definire preoccupante. La rimonta incassata dai granata ad inizio secondo tempo, invece, sta diventando una spaventosa abitudine. I problemi psicologici del Torino rimangono irrisolti e con essi stentano ad arrivare i punti (non a caso il Torino è terzultimo, quando va in archivio il primo quarto del campionato). Tuttavia, ieri si è visto quanto meno il carattere nell’ultimo segmento di gara.

SCELTE INIZIALI - Di motivi per riflettere, pertanto, sia Giampaolo che Ranieri ne hanno parecchi. Partiamo dalle scelte iniziali. È lampante che Ranieri ha sbagliato più di qualcosa. Difficilmente al termine della prima frazione di gioco si sono viste quattro sostituzioni, quelle a cui ha ricorso il tecnico testaccino durante l’intervallo. Una vera e propria rivoluzione. Il tecnico - che si è sgolato per tutto il primo tempo dalla tribuna -tuttavia ha posto rimedio con decisione e i risultati si sono visti. Tonelli, Adrien Silva, Damsgraard e Gabbiadini hanno cambiato il volto della Sampdoria che tra il 9’ e il 18’ della ripresa ha ribaltato il gol di Belotti. Giampaolo, come a San Siro e in casa contro l’Entella, ha puntato dall'inizio sul 3-5-2. Complice le cinque assenze di giornata (Ujkani e soprattutto Lukic, Gojak, Vojvoda e Millico), non aveva molte scelte alternative in panchina. Anche così si possono spiegare le sole due sostituzioni effettuate, entrambe al 70’: Murru e Verdi dentro, Rodriguez e Ansaldi fuori.

RITORNO AL 4-3-1-2 - Per l’assalto finale Giampaolo si è affidato al suo modulo, al suo 4-3-1-2, modifica definita poi da Conti nel post post partita come un "cambio d'abito". Con l’inserimento di Murru la difesa è tornata a quattro (Singo, Lyanco, Bremer e appunto il sardo). Verdi si è posizionato dietro a Belotti e Zaza. Il nuovo schieramento ha prodotto una reazione veemente dei granata che è valsa il 2 a 2 e sarebbe potuta valere anche qualcosa in più senza gli interventi di Audero. Si sta dunque delineando un Torino capace di cambiare modulo a gara in corsa e questo può essere un dato favorevole. In un match così tirato e con poche alternative stonano i 90’ in panchina di Bonazzoli, ma d’altronde l’ex Sampdoria non ha ancora convinto e attualmente sia Belotti che Zaza gli sono superiori. L’alternanza di un modulo a partita in corso è, comunque, una nota lieta della serata. Sapersi adattare ai momenti della gara risulterà decisivo a lungo andare, anche, si spera, per superare i cronici problemi mentali che hanno afflitto il Torino in questo avvio di stagione. Infine, un dato statistico: per la prima volta, dopo sette tentativi, Giampaolo non ha perso con Ranieri cogliendo il suo primo punto in carriera contro l’ex tecnico del Leicester.