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"Se a Torino provi a chiedere di Gigi Meroni, la risposta che ottieni è sempre la stessa: sguardo perso nella mente e occhi che rivedono scorrere le opere di un artista a 360°. Perché Gigi Meroni (immagine di copertina disegnata da Riccardo Cecchetti) non era semplicemente un giocatore dalle doti tecniche di gran lunga superiori alla media, ma lo spirito di un'era incarnato in calciatore.
"Con quei capelli lunghi, i baffi e i basettoni. Con quei suoi gesti provocatori, come portare una gallina al guinzaglio, indossare vestiti ai tempi considerati un po' strambi. Pensati, disegnati e cuciti da sé.
"Senza dimenticare le volte in cui - sentendo parlare a lungo delle sue gesta, nei bar di quartiere - si improvvisava cronista sportivo fermando i passanti, chiedendo loro: "Cosa ne pensa di Gigi Meroni?". Chissà quanti capirono con qualche anno di ritardo di aver parlato con il proprio idolo sportivo e non con un semplice scribacchino locale...
"Chi ama il calcio, in questo giorno, anche a 48 anni di distanza, non può non ricordare la Farfalla Granata, non può non ritagliarsi qualche minuto per andare a rivedere i vari video diffusi in rete. Per ammirare i suoi cross, i suoi dribbling e quella leggerezza (quasi) sovrannaturale con la quale riusciva ad accarezzare il pallone.
"Gigi Meroni: l'indimenticabile, prima dell'utile. L'arte della bellezza, prima di tutto...
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