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Gillet, ecco i perché della condanna e gli spiragli per il TNAS

Diego Fornero

Traducendo dall'arido gergo giuridico il provvedimento con il quale la Corte di...

Traducendo dall'arido gergo giuridico il provvedimento con il quale la Corte di Giustizia Federale ha respinto l'appello del portiere granata Gillet (ecco il testo integrale), la posizione della Corte risulta di estrema chiarezza, ma comunque restano degli spiragli, a nostro modesto parere, per l'ultima possibilità di appello di fronte al TNAS.SALERNITANA-BARI - Dividendo il provvedimento in due filoni, analizziamo innanzitutto Salernitana - Bari del 23/5/2009: in questa circostanza, la difesa del portiere non ha potuto sostenere una non partecipazione dello stesso a una riunione svoltasi in palestra qualche giorno prima della gara. In tale circostanza, furono in quattro i giocatori baresi, tra cui l'ex granata De Vezze, a riferire al gruppo intero dell'accordo già intercorso con i colleghi della Salernitana e, secondo la C.G.F., la partecipazione dell'intero spogliatoio, Gillet compreso, integra già, in sé e per sé, l'illecito sanzionato dall'art. 7, comma 2° del Codice di Giustizia Sportiva, ossia la fattispecie vera e propria di illecito sportivo, assai più grave della semplice omessa denuncia. Del resto, lo stesso Gillet lo scorso mese di febbraio, rende noto la Corte, avrebbe confessato la propria partecipazione a tale riunione, pur sostenendo di non essere al corrente di un accordo pregresso coi giocatori della Salernitana, né di aver svolto alcuna azione vera e propria affinché si raggiungesse il fine prefissato. La posizione difensiva, insomma, in questo caso, però, era assai debole e la Corte non ha avuto dubbi nel respingere con vigore qualsiasi appello: non esprimere un esplicito dissenso, infatti, secondo la giurisprudenza federale equivarrebbe, considerato il ruolo di capitano ed il grande carisma esercitato allora da Gillet nello spogliatoio, ad una vera e propria partecipazione attiva alla combine. La Corte sostiene, inoltre, come non sia credibile che il portiere avesse partecipato alla riunione, circostanza da lui stesso confessata, senza rendersi veramente conto della finalità della stessa, ossia l'alterazione del risultato. A riguardo, ad 'inguaiare' il portiere granata è Stellini, che confessa di aver espressamente avvertito Gillet dell'accordo avvenuto, e dichiara che la riunione fosse stata organizzata proprio per rendere edotto l'intero spogliatoio della circostanza.Se già tutto questo sarebbe sufficiente a configurare l'illecito sportivo, ad aggravare la situazione ha contribuito la percezione, da parte del portiere, di denaro, relativamente alla quale la difesa non è riuscita a provare il contrario. Di fatto la Corte non ha veri e proprie prove del fatto che anche Gillet abbia partecipato alla spartizione, ma neppure gli avvocati del portierone belga sono riusciti a dimostrare che questo sia avvenuto e, dunque, a livello di giustizia sportiva la presunzione, in questi casi, può essere sufficiente ad aggravare il quadro probatorio.BARI-TREVISO - Per quanto riguarda, invece, Bari - Treviso del 2008, la posizione del portiere è più blanda, assimilabile a quella di Gazzi e Barreto che, a questo riguardo, hanno patteggiato. Addirittura, qui sarebbe stato lo stesso belga a confessare di aver saputo della 'particolarità' della partita da Stellini, pur sostenendo di aver tentato di far cambiare idea ai compagni. Questo genere di tentativi, se non supportati dal ricorso ad un organo investigativo, come ben sappiamo, non sono sufficienti alla giustizia sportiva per assolvere: ecco perché, in aggiunta all'assai più grave illecito sportivo, Gillet è stato reputato colpevole anche della più blanda, ma comunque rilevante, fattispecie di omessa denuncia, ai sensi dell'art. 7, comma 7°, del Codice di Giustizia Sportiva. SPAZIO PER LA CORTE ARBITRALE - Una linea difensiva, quella del portierone granata, che non ha funzionato su nessun fronte, almeno a livello interno, ma che lascia qualche speranza per il Tribunale Arbitrale: se si riusciranno a smontare le 'presunzioni' che hanno portato alla condanna ed alla squalifica, in particolar modo dimostrando che la semplice passività, pur in veste di capitano e di leader carismatico del Bari di allora, non possano integrare un vero e proprio illecito sportivo ma, anche relativamente a Salernitana - Bari, una semplice omessa denuncia... allora Gillet potrebbe tornare, tra qualche mese, ad essere il numero 1 del Torino. Ci riuscirà? Ai posteri, è proprio il caso di dirlo, l'ardua... Sentenza.Diego Fornero