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Gioco di squadra

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Stefano Brugnoli - Ero anch'io a Cittadella...
Redazione Toro News

Diversamente dal solito scrivo questo pezzo a freddo, dopo aver visto la partita, letti commenti vari e interviste.Ero anch’io a Cittadella e devo dissentire da quello che ha detto Lerda, cioè che gli è piaciuto più il Torino del primo tempo rispetto a quello del secondo. Ha ragione a dire che è stato più compatto e corto, però a mio modo di vedere ha giocato con paura, si è trovato in vantaggio abbastanza casualmente e poi ha dato al Cittadella la possibilità di schiacciarlo nella metà campo con la logica conclusione di subire due gol anche se a onor del vero non sono venuti da due azioni di gioco ma da due calci piazzati.Questo non è il suo Toro, non assomiglia per niente a quello che ha cercato di imbastire a Norcia, il Toro che stava nascendo a Norcia è molto più simile a quello del secondo tempo dove (una volta rimesso le pedine giuste nei posti giusti) ha cercato di fare la partita, creando occasioni da rete senza fare troppi calcoli. Sbagliandomi, a un certo punto del secondo tempo speravo che il Toro raggiungesse il pareggio prima di subire la terza rete, tanto ero convinto che la partita non finisse 2 a 1.  Certo non tutto è funzionato bene nel secondo tempo, soprattutto una certa predisposizione degli avanti granata (Stevanovic su tutti) a cercare la rete con iniziative personali slegate da un contesto di gioco di squadra.Gioco di squadra…qui viene il bello!Il gioco di squadra, per una compagine che vuole affrontare le partite imponendo il proprio credo, deve partire dal centrocampo e il giocatore cardine dev’essere il regista; non è possibile che a due giorni dalla fine del mercato al Torino manchi un regista, pur avendo dei buoni centrocampisti in rosa. Ammesso che arrivi in questi due giorni, non si può poi pretendere che abbia la bacchetta magica e che sabato sera col Crotone il Torino d’incanto giri come un orologio svizzero, per assimilare dei meccanismi occorrono tempo e ripetizioni.Tempo e ripetizioni che occorrono a Lerda per far assimilare ai giocatori i propri schemi, regista o non regista. La ricerca costante di cercare il risultato attraverso il gioco prevede tempo e in questo tempo naturalmente si va incontro a passi falsi (ricordiamoci a questo punto il campionato del Crotone lo scorso anno, ma anche l’inizio stentato di Cesena e Lecce che sono poi andate in A direttamente). Mercoledì Lerda avrà finalmente la squadra su cui lavorare almeno fino a gennaio, lo so che è dura diamogli tempo però di sbagliare ancora (anche se qualche risultato positivo bisognerà iniziare a farlo) perché quello che può nascere è un Torino che darà soddisfazioni sia in termini di gioco che di risultati. Un amico in difficoltà lo si aiuta, non lo si bastona, gli si sta vicino e non lo si abbandona voltandogli le spalle.Tutti eravamo contenti e speravamo di ottenere risultati attraverso il gioco, bene li avremo anche se si è perso almeno un mesi di organizzazione perché a Norcia la squadra era per metà quella che ci sarà da mercoledì in avanti. Sui motivi perché la si sia allestita con colpevole ritardo non voglio indagare, penso che ci siano stati impedimenti o strategie che non hanno funzionato a dovere, ma è inutile andare a cercar colpevoli, concentriamoci su quello che si farà da qui in avanti.Altrimenti se preferite un Toro che non gioca e che spera di vincere le partite sfruttando le poche occasioni create o cercando l’errore avversario, beh francamente di Novellini, di Colantuoni io non ne sento la mancanza anche se in giro ce ne sono tanti.