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Giorgio Venturin con Beppe Gandolfo alla serata organizzata a Tigliole - foto Stefano Venneri
Domenica è tornato nello stadio che lo ha visto protagonista, in quattro riprese, con la maglia del Toro. Giorgio Venturin era al Grande Torino in compagnia di alcuni altri granata dei bei tempi come Mussi e Silenzi, ma lo spettacolo offerto dai loro successori odierni non è stato dei migliori.
Buongiorno Giorgio. Una sconfitta che fa male per la prestazione più che per il risultato.
Purtroppo sì, il risultato dipende da tanti fattori, ma la prestazione vista contro la Fiorentina è stata brutta. Ho avuto l’impressione che ci sia un problemino, non ho capito se fisico o di testa. Quando arrivi sempre secondo sui palloni è dura, soprattutto giocando contro una squadra che al momento è superiore sia a livello tecnico che fisico e con una spinta in più dopo la tragedia enorme che ha vissuto.
Hai avuto l’impressione che i giocatori del Torino non stiano più seguendo Mazzarri?
È una cosa molto difficile da capire. Posso giudicare la partita e dire che, a livello fisico, arrivavano sempre in ritardo nei contrasti e sulle mezze palle. Perdere così tutti i confronti individuali rende difficile produrre gioco.
Era da tanto tempo che non si vedeva un primo tempo così deprimente…
Si era capito fin da subito che l’ambiente non era molto favorevole, tra gli striscioni in curva e i primi mugugni per gli errori commessi in campo. Mi metto nei panni dei giocatori e non è facile giocare sereni con questa pressione. È chiaro però che adesso, dopo quattro sconfitte consecutive, i giocatori con più personalità e carattere devono venire fuori e dare una svolta.
A chi ti riferisci?
Ai più rappresentativi, quelli con più campionati alle spalle. Ad esempio Burdisso che ha grande esperienza e piglio da leader. O a Valdifiori, uno che di partite ne ha giocate tante in carriera. Però capisco che non è facile, devono uscire tutti insieme da questo momento.
Come si deve comportare una società in questi casi? Mazzarri ha voluto chiarire pubblicamente ai giocatori che “devono meritarsi la conferma a giugno", mentre Cairo ha sviato sulle priorità dicendo che “l’Europa era un obiettivo di Mihajlovic”. Rimane un certo senso di vuoto in casa granata…
In questi momenti ognuno si deve prendere le proprie responsabilità, in primis la società che rappresenta quei colori, poi tutte le altre parti. Ora servono poche chiacchiere e molti fatti e i fatti li può realizzare solo la squadra in quei 90 minuti. Non credo sia il momento per fare lo scaricabarile, perché a fine campionato manca ancora tanto tempo e ci sono tanti punti in ballo.
La contestazione in Maratona era rivolta ai giocatori e al presidente. Giusto così?
Io per lavoro (Osservatore Federale, ndr) ogni settimana giro gli stadi e vedendo certi tipi di società mi rendo conto che una persona come Cairo è da tenere stretta. Capisco i malumori, ma bisogna pensare alle cose buone che ha fatto. Il tifoso vuole vincere e raggiungere certi obiettivi ,ma poi bisogna mettere i piedini a terra e capire che c’è una persona che sta investendo, più o meno che sia, per mantenere il Toro a certi livelli. Perché altrimenti poi arrivano acquirenti dall’estero. Se vogliamo fare arrivare i cinesi, gli arabi o gli americani a comprare il Toro, va bene. Ma a me non piace. Io preferisco una proprietà italiana, preferisco una società dei Della Valle, una società con Cairo, una società con gli Agnelli.
Tornando al calcio giocato, la pausa per la Nazionale arriva forse nel momento giusto per i convocati granata. Soprattutto Niang e Ljajic potranno giocare ed esprimersi lontano da condizionamenti.
Andare in Nazionale è sempre super positivo perché cambi ambiente e vai a rappresentare il tuo Paese. Per tutti quelli che andranno sarà un bel momento, con l’opportunità di confrontarsi in partite di livello. Certamente dopo questi match si vedrà come ha risposto ognuno di loro.
Sarà una parentesi positiva anche per il “Gallo”?
Sì, sicuramente gli farà bene. Penso sia ancora condizionato dai problemi fisici perché nel primo tempo contro la Fiorentina l’ho visto in grande sofferenza. Belotti è un ragazzo che non molla mai, anche quando è in difficoltà dà l’anima, come si è visto nei minuti finali della partita. È senza dubbio un giocatore con le caratteristiche da Toro, certe volte bisogna solo avere un po’ di pazienza e incrociare le dita.
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