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Giorni duri, tremendi, per la tifoseria granata, stressata, frustrata, amareggiata, infuriata, sconcertata…
Difficile ricordare una simile sequela di avvenimenti infausti tanto ravvicinati, una serie di mazzate sul...
"Giorni duri, tremendi, per la tifoseria granata, stressata, frustrata, amareggiata, infuriata, sconcertata…Difficile ricordare una simile sequela di avvenimenti infausti tanto ravvicinati, una serie di mazzate sul collo dei tifosi capace di “ammazzare un cavallo”, come si suol dire con espressione gergale. Ma non un Toro.Facciamo ordine, perché le difficoltà si sono dovute affrontare, oltre tutto, col fiato corto.
"Bologna-Lecce 2-1. Mentre i granata facevano l’impresa a Napoli, i felsinei non riuscivano a creare nulla di degno contro i salentini; il pareggio in fuorigioco di Di Vaio faceva rabbia, ma l’1-1 di per sé poteva starci. Non il gol da tre punti di Volpi oltre il recupero stabilito.
"“Napoli puzza”. Non è un attacco razzista alla città partenopea, ma alla vittoria ottenuta faticosamente e con merito dai granata contro gli azzurri. E’ Marco Di Vaio a lanciare l’illazione. Proprio il giorno di Bologna-Lecce: complimenti almeno per il coraggio.
"“Sono preoccupata”. Lo dice la presidentessa bolognese, Francesca Menarini. Preoccupata dalla sua squadra e dal suo orrendo calcio? No: da Torino-Genoa. “Ritengo che il Torino farà punti sul campo, comunque noi ne faremo sei”. False entrambe le affermazioni.
"Torino-Genoa 2-3. Il risultato che non doveva arrivare, è arrivato: si è partiti con la speranza di una grande vittoria, visti gli sviluppi si sarebbe accettato di buon grado un pareggio; al 90’ arriva la pugnalata del Principe. Fino a un attimo prima, i granata si sentivano comunque salvi.
"Colombo giù. Si è sullo zero a zero quando si verifica un errore arbitrale, scusabile di per se stesso se non fosse l'ennesimo: il generoso laterale viene abbattuto da Mesto all'interno dell'area di rigore. Pochi minuti dopo, penalty (giusto) per gli avversari.
"“Genoa, ero sicuro”. Marco Di Vaio al termine della farsa del Bentegodi: “Grazie ai miei ex-compagni, sapevo che avrebbero fatto una grande partita”. Come mai lo sapeva? La sua presidentessa, al contrario, temeva proprio l'opposto. Strane divergenze.
"Fratelli coltelli. Ad aggiungere amarezza all’inaspettata, ferale sconfitta, arriva anche la rottura dell’amicizia tra la gran parte del pubblico granata e di quello rossoblù, che esulta in maniera esagerata già al primo gol di Milito, scatenando l’ira dei sostenitori di casa.
"Chievo-Bologna 0-0. Tra le tante cattive notizie, questa era forse la meno inaspettata. Biscotto si temeva, biscotto è stato, anche se di quelli confezionati senza pudore. Come ha detto Camolese ieri: “Vista la partita? No, mi sono bastati gli highlights”. Quali…?
"“Volemose ‘bbene”. Il commento della numero uno felsinea dopo il biscotto è: “Beh, non ci siamo pestati i piedi”. Trad.: “Abbiamo concordato un pari”. Gli amorali dicono “è normale”, ma i moralisti nei giorni prima si preoccupavano per la regolarità delle gare. Altrui.
"“Non giocate!”. Non l’ha detto nessuno ai genoani, tantomeno il dirigente granata Massimo Ienca specialmente in presenza degli ispettori, ma qualche media gli mette in bocca queste parole. Arriva la doverosa smentita, ma è un’altra palata di fango. Non l’ultima.
"Foschi indagato. Arriva un avviso di garanzia per il direttore sportivo del Torino, che tra alcuni giorni, indipendentemente dal destino della squadra, si metterà finalmente all’opera con la sua esperienza. Certo, il tempismo di questo provvedimento è chirurgico.
"Pugno di ferro. Era stato annunciato dalla Figc in caso di cori razzisti, dopo il caso-Balotelli. Mica parole al vento: detto, fatto, Juventus a porte chiuse. Razzimo bolognese contro Luciano: porte chiuse? No: multa. Suvvia, è passato già un mese dall’annuncio, siamo in Italia.
"“Si ricorda agli spettatori…” ripete l’altoparlante dell’Olimpico di Torino, domenica. Cosa ricorda? Che, in caso di invasione di campo, ci sarà la sconfitta a tavolino per la parte “colpevole”. Pugno di ferro anche qui: diversi rossoblù entrano sul terreno di gioco, ma nessuno ci pensa.
"Il tempismo di Zenga. Il tecnico catanese molla la barca quando mancano 90 minuti alla fine. Perché? Perché non aspettare l’ultima di campionato, e la gara contro -tu guarda!- il Bologna? Il tempismo ricorda quello di certe uscite da portiere, come su Caniggia nel 1990.
""...è uguale per tutti" (?). Sospettavamo già non lo fosse, neppure quella sportiva. Incredibile, quasi spassosa sentenza, ieri: Colombo e Barone si sono picchiati tra loro, Rubinho è inciampato, Motta è solo dispettoso, Bianchi era stato sostituito (Camolese non lo sapeva).
"Stellone ko. Non sarà la peggiore delle tragedie, ma è stato un infortunio molto condizionante contro il Genoa, e lo sarà nell’ultimo tentativo, a Roma, quando in campo la Primavera ci andrà in pratica non per protesta ma per forza di cose. E’ solo l’ultima goccia, comunque.
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