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E tre. Terzo derby perso in stagione, terzo day after a cercare di capire cause, colpevoli, rimedi. Tifosi divisi da chi ha visto quantomeno un’idea tattica per imbrigliare i bianconeri e chi non ammette i “quasi zero” tiri in porta in 90 minuti. Abbiamo chiesto consiglio a un tifoso granata doc come lo scrittore Giuseppe Culicchia.
Buongiorno Giuseppe. Domenica eri allo stadio, che derby hai visto?
Impossibile essere contenti perché siamo la penultima squadra italiana nella classifica dei punti guadagnati contro la Juve negli ultimi dieci anni. È vero, non ne abbiamo presi quattro, ma era una Juventus rimaneggiata, con Higuain – nostra bestia nera – che si infortuna nei primi minuti ed esce. Un’occasione unica per far bene in una stracittadina e invece dopo il loro gol non c’è stata reazione, vuol dire che in questi anni non abbiamo imparato nulla. Guarda il Tottenham: sotto di due gol si son detti “perso per perso, attacchiamo”. E guarda caso hanno pareggiato. Noi no.
Ventura, Mihajlovic, Mazzarri. Noti analogie e/o miglioramenti nei derby giocati agli ordini degli ultimi tre allenatori del Toro?
Il più grande merito di Ventura è stato quello di farci vincere un derby dopo vent’anni e lo abbiamo vinto dopo essere passati in svantaggio. Con tutte le criticità della sua gestione e con il suo gioco tendenzialmente rinunciatario, solo per questo mi sentirei di ringraziarlo. Perché c’era lui in panchina quel giorno, non un altro. Mihajlovic caratterialmente è uno di noi, ma con lui tatticamente avevamo qualche problema. Mazzarri mi sembra abbia degli strumenti in più per leggere la partita e anche per schierare la squadra a seconda delle caratteristiche degli avversari. Si è visto, ad esempio, contro la Sampdoria.
Partiamo dalla formazione. Era quella giusta per affrontare i bianconeri?
Mazzarri ha messo in campo la squadra in maniera corretta e con un atteggiamento equilibrato. Le sostituzioni sono state coerenti e non mi sento di rimproverare qualcosa a lui. In campo vanno i giocatori e, senza voler mettere la croce addosso ai singoli, abbiamo assistito ad alcune prestazioni inguardabili.
Chi non ti è piaciuto, in particolare?
De Silvestri non ha mai provato una discesa sulla fascia, solo passaggi a Iago Falque che gliela ridava e lui appoggiava indietro ai centrali. Praticamente abbiamo giocato tutta la partita senza fascia destra. Di Rincon apprezzo la voglia, ma spesso si ingarbuglia su se stesso quando basterebbe giocare la palla di prima. Baselli ha avuto un’involuzione clamorosa, è irriconoscibile rispetto alla prima stagione in granata. Cammina in campo. Belotti, diciamocelo pur con tutto l’amore che nutriamo verso di lui, ha un problema con il controllo di palla. Forse, così come Pulici fu messo da Giagnoni a tirare calci di destro e sinistro davanti a un muro, il Gallo dovrebbe migliorare in quel fondamentale. Certo, i compagni lo servono poco e si porta ancora dietro gli strascichi, soprattutto psicologici, degli infortuni. Però non possiamo pretendere che sia quello dell’anno scorso, sarebbe ingeneroso nei suoi confronti.
Chi salviamo, allora?
Salviamo Obi e Ansaldi, gli unici due che hanno fatto vedere come si gioca un derby. Bene anche N’Koulou e Burdisso nonostante la dormita generale sul gol. Niang, quando è entrato, almeno ha dato un po’ noia ai diretti marcatori in fascia. Gli sarebbe utile una chiacchierata con Cassano. Non perché ci siano punti in comune a livello caratteriale – per fortuna –, quanto per il fatto che recentemente il barese ha dichiarato di rimpiangere tutte le occasioni buttate al vento che ha avuto. Ecco, questi giocatori con tante potenzialità, ma che non riescono mai a esprimerle al 100% forse dovrebbero farsi una chiacchierata con qualcuno che si è già pentito di aver sprecato gli anni migliori della sua vita professionale. Lo stesso discorso potrebbe valere per Adem Ljajic.
In molti, in verità, hanno alzato più di un sopracciglio vedendo entrare in campo Edera e non il numero 10 serbo.
Il messaggio che ha voluto mandare Mazzarri è perfetto: chi corre di più in allenamento, gioca. Se Edera corre di più è giusto che entri lui.
Come si esce da un tunnel di una vittoria nelle ultime 27 partite contro la Juventus? Come si vince un derby?
Con i crampi e le maglie madide di sudore. Io domenica di maglie bagnate ne ho viste poche e l’unico che al 94esimo si è steso a terra sfinito era Ansaldi. Ne avrei voluti vedere dieci coi crampi come lui. Il calcio è cambiato, ma io non capisco come facciano dei ragazzi che fanno il lavoro che sognavano e con begli stipendi a non capire che un derby non si gioca così. Il tasso tecnico è inferiore, così come il budget, ma è sempre stato così. Però un tempo si giocava con ben altro spirito. Che non vuol dire farsi espellere per delle stupidaggini, ma almeno non camminare per il campo. Per noi tifosi è la partita dell’anno, anche se giocassimo la Champions, il derby resterebbe la partita dell’anno. Siamo fatti così. Banalmente, basterebbe correre di più. Dovrebbe essere la regola ogni domenica, ma noi tifosi ci accontenteremmo di vederlo fare solo due volte l’anno.
Proviamo a chiudere con una nota positiva. Mazzarri ha parlato di “segnali di crescita”. Tu ne hai visti?
Nelle partite precedenti sì, non in questa. In altre stracittadine recenti abbiamo avuti episodi su cui recriminare, fuorigioco non fischiati, cartellini inventati per noi, cartellini invisibili per loro. Stavolta è tutta farina del nostro sacco perché, al di là della manata di Chiellini a Belotti non vista e del probabile fallo su Ansaldi, c’è poco a cui appigliarsi.
All’Europa ormai faccio fatica a crederci, a questo punto perché non far giocare Barreca? O Lyanco ed Edera? Se siamo senza obiettivi realistici, tanto vale far crescere i giovani nel finale di stagione.
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