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Il calcio si sa non è una scienza esatta, non basta comprare al mercato giocatori che abbiano abitudine a fare gol per far si che i gol si materializzino dal nulla. Bisogna metterli in condizione di fare al meglio il proprio lavoro.
Il Torino di novembre e dicembre, il Torino dei dieci risultati utili consecutivi pareva una macchina ben oliata alla quale bastava migliorare qualche pezzo perché potesse aspirare alla promozione diretta. Tutti dicevan la sua, chi voleva un regista, chi un esterno, chi una seconda punta, chi un difensore, chi aspettava il rientro di Bianchi. Sono arrivati il regista (Budel), l’esterno anzi gli esterni (Pagano e Gabionetta), la seconda punta (Antenucci), il difensore (Cavanda) ed è rientrato Bianchi. Tutti contenti tutti con la pancia piena, ma in questa rubrica si diceva che sono sì tutti giocatori bravi, ma sono anche inadatti al modulo di Lerda, il modulo che ha fatto tanto discutere ma che, una volta assimilato dai giocatori che nel frattempo avevano migliorato la loro condizione fisica, ha permesso di fare quel filotto di risultati che aveva messo il Torino nella zona playoff e lo aveva fatto arrivare a una media superiore al punto e mezzo a partita (il minimo sindacale per poter aspirare ai playoff).
Lerda, con la contentezza di tutti, ma penso senza la sua, ha dovuto cambiare modulo per poter far rendere al meglio i giocatori a sua disposizione, però le cose ancora non funzionano perché questo modulo non è ancora stato assimilato dai giocatori che in questo primo periodo dell’anno non sono neanche in una grossa condizione.
La difesa è rimasta pressoché invariata e infatti continua nel suo standard più o meno sufficiente con i suoi pregi e i suoi difetti, il centrocampo da due è passato a tre…bene si recupereranno più palloni e si riuscirà anche a gestirli meglio visto che c’è un regista!
Tutto il contrario! La coppia perfetta dei due De non ha ancora assimilato l’innesto di Budel che rallenta il gioco e non ha ancora aggiunto quella maggior precisione e maggior qualità nelle giocate, risultato che la manovra è più farraginosa e il centrocampo è costantemente in difficoltà e recupera molti meno palloni, i due De poi devono anche all’occorrenza inventarsi esterni o interni offensivi senza averne le caratteristiche.
È sparito totalmente il gioco sulle fasce, riservandolo solamente alle avanzate degli esterni laterali o meglio del solo Garofalo perché si sa Rivalta ha tutt’altre caratteristiche ed è sparita l’imprevedibilità che dava Sgrigna quando giocava da “finta” punta centrale, è sparito tutto questo e sono tornati i gol di Bianchi, anzi adesso in queste cinque partite segna solo lui dopo che nelle precedenti dieci avevano segnato in sei Bianchi, Iunco, Sgrigna, D’Ambrosio, De Vezze e Pellicori
Cosa ci attenderà nel prossimo futuro? Bisognerà portare pazienza perché i giocatori e Lerda assimilino bene il nuovo modo di giocare e quando saremo a metà marzo forse potremo vedere un Torino che rende secondo il potenziale che ha e se riuscirà nell’impresa (non molto difficile) di entrare nelle prime sei avrà tutte le carte in regola per poter vincere i play off.
Abbiamo questa pazienza? Se l’avremo ritroveremo le certezze, forse diverse, che avevamo acquisito nella fine del 2010 quando si facevan punti con Belingheri in campo e tutti aspettavamo con impazienza un giocatore che desse un apporto superiore allo “zero virgola”.
Se non le avremo mandiamo all’aria tutto e tutti così che carta stampata e tifosi chiederanno la testa del presidente (rimanga a casa sua a veder la partita perché porta sfiga), dell’allenatore e dei giocatori. Se si vuol far questo lo si faccia subito perché al nuovo che arriverà servirà almeno un mese e mezzo per riorganizzare il tutto, il mese e mezzo che ci metterà Lerda a far quadrare i conti ed assemblare una macchina da formula uno con un pezzo di Mc Laren, uno di Toyota, uno di Ferrari, uno di Renault, quando invece bastava prendere un paio di pezzi da ricambio dell’Audi s8.
Una decisione spostata più avanti nel tempo sarebbe solo dannosa come dannoso è cercare di trovare un capro espiatorio diverso da quello che è e cioè che il mercato è stato bello ma non è tutto oro quello che luccica.
Nel frattempo si torni in silenzio, le parole…faremo di tutto per lottare per la promozione diretta, mi erano sembrate molto inopportune e oggi, putroppo ne ho avuto la conferma. Il conoscere molto bene il Toro mi aveva fatto dire che oggi o si vinceva con più gol di scarto o si perdeva, purtroppo ci ho preso come ci presi sull’esito finale del campionato quando in serie A fu richiamato Novellino. Questo Toro potrà ambire a tornare nella massima serie se arriverà a maggio giugno con delle certezze come a fine 2010 e la forma fisica di quel periodo.
(Foto Dreosti)
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