toro

Glik resterà nel cuore di chi ama il calcio e il Toro

Manolo Chirico
Tocco di Mano / Arrivederci capitano: un'annata molto storta, non può cancellare 5 stagioni di passione. Un giocatore che ha lasciato un segno profondo, in un calcio dove ormai le bandiere non esistono più perché l'intero sistema di vertice,...

Non ha vinto nulla - spero e gli auguro di cuore che possa farlo in carriera - come tanti di quei giocatori che al Toro, per svariati motivi, non hanno alzato neppure un trofeo. Eppure Glik è riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi, con il suo carattere "tosto fuori-morbido dentro" ha lasciato un segno profondo nella storia del Torino. O almeno in quella del rinato Torino Fc che prima di lui vide tanta passione in Rolando Bianchi e in pochi altri.

É arrivato sotto l'ombra della Mole da sconosciuto, avvolto da una coltre di dubbi e incertezze. Lascia il capoluogo sabaudo come uno dei migliori difensori - anzi il migliore - degli ultimi 10 anni. Il Toro perde il proprio capitano, l'uomo attualmente in campo con più presenze in granata, il primo giocatore straniero ad avere l'onore di leggere i nomi degli Invincibili durante le celebrazioni del 4 maggio a Superga.

Glik lascia il Torino dopo 5 anni, 171 presenze, 13 gol, 6 assist e 15mila minuti gettando in campo ogni goccia di energia che aveva in corpo. In poco tempo ha saputo conquistare il posto da titolare e in altrettanto poco tempo Glik è riuscito a farsi volere bene dai tifosi: nonostante non fosse proprio il giocatore funambolico capace di far ammattire la piazza. E probabilmente è stato più semplice fare così, perché al Torino i giocatori ruvidi, tenaci  e coriacei, piacciono quanto quelli tecnici e dal piede aggraziato.

Ecco, i piedi. Quando è arrivato a Torino lì sotto c'erano le due classiche mattonelle con gli angoli acuminati, ma nonostante l'età della scuola calcio fosse passata da più di qualche anno, Glik è riuscito a migliorare anche sotto il profilo tecnico, oltre che tattico. Smussando quegli angoli aguzzi e imparando a gestire un intero reparto da solo.

Il momento clou del suo rapporto con il Torino - come tutti i tifosi ricordano - fu in quel derby del primo dicembre 2012 quando stese Giaccherini con un intervento ai limiti del regolamento: cartellino rosso e con la curva del Toro fu vero amore. Nacquero stendardi e striscioni in suo onore, uno in particolare: "I ragazzi della via Glik".

Il punto più alto della sua carriera in granata è stato certamente il doppio confronto in Europa League contro lo Zenit di San Pietrobrugo: quando SuperGlik annullò l'Incredibile Hulk. Al ritorno segnò due reti, una fu annullata e al triplice fischio il Toro uscì a testa alta dalla competizione.

Ma come tutte le storie, anche quella con il capitano è ormai giunta al termine. Una cessione che porterà nuovi frutti al club, in un calcio dove ormai le bandiere non esistono più perché l'intero sistema di vertice, forse, non le vuole più veder sventolare...

Arrivederci Kamil. Magari in una sfida dal sapor europeo...