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Ieri a Lecce si sono affrontate la prima e la terza del campionato. In oltre novanta minuti di gioco un solo tiro pericoloso è stato scagliato nello specchio della porta, all'inizio del secondo tempo dall'ex David di Michele. Si sono segnate tre reti è vero però la prima è stata propiziata da una carambola mentre le altre due sono state segnate su calcio di rigore. Questo in sintesi per evidenziare la pochezza di questo campionato di serie B. Gli episodi hanno detto meglio al Lecce che saluta la compagnia e con molte probabilità se ne va diretta in serie A; a onor del vero i pugliesi non hanno vinto per mera fortuna poiché hanno fatto qualcosa di più del Torino come organizzazione di gioco e soprattutto come efficacia nella fase difensiva dove hanno concesso poco e niente alla compagine granata anche se nell’ultimo quarto d’ora si sono difesi con un po’ di affanno.Il Torino ha evidenziato i soliti difetti che sono la mancanza di concretezza sotto porta e una certa lentezza nella manovra fatta soprattutto di azioni individuali quando la palla arriva nei piedi di Gasbarroni e Leon. A Lecce a questa si è aggiunta anche una certa svagatezza difensiva in occasione delle due reti subite e in altre circostanze non gestite al meglio.Bianchi segna con regolarità però da solo vale la metà o quasi delle reti realizzate dai granata dove il secondo miglior marcatore (con 4 reti) è ancora Di Michele che ha giocato solo nel girone di andata. È vero che nelle ultime gare anche altri giocatori hanno segnato, ma è altrettanto vero che tolto Bianchi non c’è nessuno di veramente pericoloso nella rosa granata e che spesso i granata mettono alle corde l’avversario costringendolo negli ultimi trenta metri faticando però troppo a sferrare il colpo decisivo.La lentezza di manovra è data da molteplici fattori, primo tra i quali il poco movimento senza palla. Il Torino che è rinato in gennaio gioco forza applica un calcio molto scolastico; Coppola e Barusso non sono certo due organizzatori di gioco, Pestrin meglio di tutti coniuga le due caratteristiche di regia e interdizione, mentre Genevier e Gorobsov eccellono maggiormente nella costruzione del gioco anche se a Lecce entrambi si sono resi utili nel recupero palla il primo intercettando le geometrie pugliesi e il secondo utilizzando la forza fisica.Però per vari motivi hanno giocato poco insieme vuoi per infortuni o scarso utilizzo vuoi perché arrivati a gennaio e quindi non possono avere un affiatamento consolidato, ne viene di conseguenza che rendono meglio quando il Torino schiera due esterni di ruolo in luogo dei due fantasisti Gasbarroni e Leon che pur avendo nelle loro caratteristiche la possibilità di creare superiorità numerica non sempre riescono a farlo essendo entrambi discontinui e dopo oltre due terzi di campionato si può dire che il primo rende meglio se impiegato a partita in corso e il secondo rende meglio nelle partite casalinghe. La svagatezza difensiva che solitamente colpisce Ogbonna oggi invece ha colpito i suoi compagni di reparto, a D’Ambrosio incomincia ad accendersi la spia della riserva anche se le sue prove sono sempre generose, Loria oggi era in difficoltà non riuscendo a contrastare sul piano della rapidità gli attaccanti leccesi, mentre Rubin pur avendo recuperato parecchi palloni con ottime diagonali difensive macchia sempre le sue prove di errori spesso banali e non avendo l’esperienza e la tranquillità di Garofalo a volte mette in difficoltà i colleghi di reparto o non è sempre lucido nell’azione offensiva. Nonostante i pochi gol subiti c’è da dire che comunque il punto di forza della retroguardia granata è il portiere che oggi però nulla ha potuto per evitare le due reti, anzi per poco non parava il rigore.Detto questo il Torino con un po’ più di fortuna poteva raggiungere anche il pari nel finale, delle tre sconfitte del girone di ritorno questa è la meno brutta perchè non è stata accompagnata da una prestazione pessima come contro la Salernitana e l’Ancona, anche se si poteva e si doveva fare meglio. A questo punto occorre capitalizzare al massimo il doppio turno casalingo per recuperare terreno alle avversarie nella corsa al secondo posto.
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