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Marco Giampaolo è apparso in confusione. Una confusione figlia di un momento altamente negativo a causa dei risultati, a causa della contestazione, a causa dell’atteggiamento di alcuni ex leader dello spogliatoio. È stato meritatamente sconfitto il suo Torino ieri sera dall'Udinese quadrata e ben disposta in campo di Luca Gotti che ha insegnato una cosa importante ai granata: le rimonte si possono anche subire, ma poi dietro la curva c’è sempre una reazione, quella mancata troppe volte al Torino dopo le prime difficoltà per la mancanza di un vero gruppo coeso, compatto e determinato. Doveva essere la partita della svolta, è stato il match del de profundis, anche dal punto di vista del gioco. Nessuna idea del calcio di Giampaolo è emersa nell’arco dei 90’, se non un’aggressione alta, più di pancia che ragionata, per l’1 a 2. Più di ogni altra volta è emersa la mediocrità del centrocampo granata, incapace di qualsiasi tipo di giocata geometrica e inventiva. E poi diventa difficile pensare di vincere le partite quando si incassano tre gol a match: un’enormità per questi livelli e per la Serie A.
CONTROTENDENZA - Una costatazione è doverosa. Già dopo il Derby della Mole, si era detto che le dichiarazioni di Giampaolo (“abbiamo perso per una virgola”) stridevano e apparivano come una scusante difficilmente accettabile con una squadra ferma a quota 6 punti. La conferma che non sono solamente le virgole che non vanno nel Torino attuale è arrivata puntuale ieri sera e anche Giampaolo ha rivisto la propria precedente dichiarazione, evidenziando che il problema è ben più grande. Altra considerazione. Dopo la sfida al Sassuolo a Reggio Emilia, si era elogiato Giampaolo per il suo “coraggio delle idee” che lo aveva anche portato a sperimentare qualcosa di diverso come un 3-5-2 nel finale. È evidente, però, che nel corso delle settimane, anche per l’assenza forzata del tecnico dal Filadelfia per 20 giorni, il focus del lavoro intrapreso in estate è venuto meno e le idee si sono trasformate in confusione, quella facilmente rilevabile ieri sera. Mergim Vojvoda, secondo Giampaolo, non avrebbe mai dovuto giocare a sinistra: contro l’Udinese non solo ha giocato a sinistra, ma addirittura da tornante nel 3-5-2. Sasa Lukic, a detta sempre di Giampaolo dopo il Derby, è un giocatore straordinario e preziosissimo: in panchina contro l’Udinese, poi viene lanciato da mezz’ala per 18’ e infine diventa trequartista nel finale con l’ingresso di Amer Gojak.
CONFUSIONE TOTALE - Il serbo ha rappresentato uno dei tre cambi effettuati durante l’intervallo dall’allenatore abruzzese. Anche Claudio Ranieri con la sua Sampdoria proprio a Torino rivoluzionò la formazione dopo i primi 45’ ma l’avvio di ripresa dei blucerchiati (anche senza cerchio motivazione in mezzo alla metà campo prima del fischio di ripartenza) fu con il coltello tra i denti. Per i granata, invece, è maturato lo 0 a 2 e poi una reazione di pancia favorita anche da qualche leziosismo di troppo dei friulani. La condizione mentale del Torino, infine, è la stessa ormai da troppe settimane e Giampaolo non sembra riuscire ad incidere su una rosa mal costruita in estate e con troppi elementi tenuti contro la loro volontà. Il quadro che si addice meglio di ogni altro al Torino del 13 dicembre, per il primo giorno in ritiro, è il celeberrimo Urlo di Munch, un urlo che rappresenta l’angoscia esistenziale, che cancella la ragione e provoca tanta, troppa confusione.
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