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Una prestazione esemplare, quasi impeccabile, quella del Torino che ha raccolto meno di quello che avrebbe potuto contro la Fiorentina. Prima di questa partita avevo scritto, nel precedente editoriale, che dopo il match contro gli uomini di Montella si sarebbe capito che tipo di campionato il Toro sarebbe andato incontro. Ebbene il pareggio contro i Viola, per come è maturato, dice che sarà un campionato sempre sul “chi va la”, mai tranquillo e di sofferenza visto che nonostante le prestazioni positive il raccolto è sempre misero. Di certo nulla si può imputare a questa squadra che si batte e si sbatte sempre al meglio. Ma cresce sempre più l’idea della salvezza sofferta ‘grazie’ alle decisioni arbitrali per lo meno dubbiose se non al limite della scabrosità. Episodi fischiati contro la squadra granata sempre decisivi e che spesso castrano le performance dei giocatori in campo, che comunque,partita dopo partita, si migliorano nelle loro giocate. Qui nessuno invoca favoritismi ma solo una prestazione arbitrale di livello. Se contro la Roma il rigore era inesistente contro la Fiorentina il dubbio sulla esistenza o meno del fallo di D’Ambrosio su Cuadrado è per lo meno di alto dubbio. Un giocatore quando viene falciato o colpito in genere cade in avanti mentre il giocatore viola già sbilanciato per conto suo e con il baricentro all’indietro, appena toccato, si lascia cadere quasi sedendosi. In genere questi episodi non vengono mai fischiati. Sull’1 a 0 per il Toro la decisione di Damato di ‘portare’ i viola al pareggio dal dischetto ha comunque alterato la realtà della partita. Comunque lode al Toro capace di riportarsi in avanti centrando immediatamente il vantaggio con Birsa. Ecco, la prova di carattere che si cercava in questa squadra finalmente si è vista. Mai doma ma domatrice di una Fiorentina che era data come la squadra più in forma del campionato. Inoltre sul doppio vantaggio Bianchi e soci mai si sono chiusi in difesa del risultato anzi hanno ancora cercato il gol, senza dispensare energie. Già le energie che ad un certo punto son venute a mancare dopo 80 minuti tirati al massimo. Il pareggio fiorentino arriva infatti all’83’ con El Hamdaqui. Toro ammutolito ma che cercherà ancora di incornare la Fiorentina con gli sprazzi di Stevanovic e di Birsa per l’ultima vera azione all’86’ con palla che va a un metro dal palo sinistro dalla porta difesa da Viviano. Cosa può dire di positivo questa partita per il Toro? Quasi tutto. Di sicuro che il Toro è una squadra che sa giocare a viso aperto e senza paura contro chiunque: la Fiorentina è una signora squadra che ha comunque meritato il pareggio. Che Cerci e Santana sono due esterni che, se in forma, hanno pochi eguali in serie A. Ieri sono stati devastanti sulle loro corsie. Se Cerci finalmente ha segnato, devastando il povero Pasqual , Santana è stato per tutta la partita ubriacante nei suoi slalom, mettendo costantemente in difficoltà la linea ‘Maginot’ viola, oltre a disimpegnarsi bene anche nella fase difensiva. Poi il primo gol granata è nato da una sua ripartenza con un invito preciso per D’Ambrosio. Che Bianchi ha giocato la miglior partita di quest’anno. Ogni lancio in avanti era preda della testa di Rolly che ha mai perso un contrasto aereo. Che la difesa granata è sempre una garanzia, poi ci sta anche di prendere un gol per una sbavatura contro una squadra che annovera contemporaneamente: Cuadrado, Ljajic, El Hamdaoui, Seferovic assistiti da un grande giocatore come Borja Valero. Che il centrocampo a due formato da Basha e Gazzi è riuscito ad arginare bene le iniziative dei centrocampisti fiorentini che in mezzo al campo, ad inizio partita, erano ben cinque col solo Toni vero attaccante. Che il Toro possiede una panchina con giocatori importanti vedi Birsa, Rodriguez e Stevanovic entrati a partita in corso e decisivi: Birsa per il gol e non solo, Rodriguez che si è immolato nuovamente al 64’ sul tiro di Ljajic, Stevanovic per l’intraprendenza in alcune azioni sul finale di partita, al 79’ conquistando un angolo e all’86’ quando ‘regala’ una palla precisa a Birsa che sfiora il gol. Non si può dire che non sia stato un bel Toro. Ragazzi che crescono partita dopo partita nella consapevolezza di essere una squadra con la ‘S’ maiuscola. Grande è il merito di Ventura che sta davvero allenando i ragazzi a diventare dei bravi calciatori. Non sempre gli allenatori sanno allenare e formare i giocatori a diventare bravi. Certamente la sfida con la Fiorentina è una partita che se è vista per le occasioni create e non sfruttate al meglio fa crescere un certo rammarico per una vittoria che poteva portare il Torino in una zona di classifica più tranquilla, ma è una delusione che fa intravedere un buon futuro per il gioco espresso in campo, magari meno sofferente dal punto di vista arbitrale. Questo visto contro i ragazzi di Montella è un Toro pronto per il derby, una partita che i tifosi aspettano da anni e che Bianchi e company sicuramente affronteranno senza paura e a viso aperto come insegna da due anni a questa parte mister Ventura. Gino Strippoli (foto M.Dreosti)
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