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CONTROCORRENTE

Grande Toro piccolo Milan

Gino Strippoli

Torna Controcorrente di Gino Strippoli: "I granata fermano i rossoneri dando battaglia ma il Toro poteva vincere"

Partiamo dal presupposto che il Milan sta lottando per lo scudetto mentre il Toro è squadra da salvezza tranquilla, poi mettiamoci il divario tecnico tra le due squadre ed allora vien da pensare, vista la partita di domenica sera al Grande Torino, che questo Diavolo se è da scudetto allora questo Toro è da Europa League.

E’ stata sicuramente  una bella battaglia con i ragazzi di Juric pronti sempre a rispondere agli assalti rossoneri che alla fin fine si sono visti maggiormente negli ultimi 10 minuti di gioco. Il Toro ha giocato bene senza paure e se la parata salva risultato l’ha fatta  Maignan, da grande campione, allora si potrebbe anche dire che i granata hanno sfiorato la vittoria più dei loro avversari. Il Tiro di Vojvoda vera fucilata indirizzata all’incrocio dei pali ha sicuramente fatto scorrere brividi lungo la schiena dei circa 7 mila tifosi rossoneri assiepati tra la Curva Primavera e i Distinti.

Ma c’è sicuramente di più in questo Toro visto come è stato bravo a capovolgere ogni azione dalla fase difensiva a quella offensiva. Sono piaciuti molto gli scambi stretti sulla fascia sinistra tra Vojvida e Brekalo, un uno-due che ha permesso sempre ai granata di liberare azioni pericolose tant’è che i ragazzi di Juric devono mettere sul banco anche quella strepitosa azione in velocità e di prima tra Brekalo, Pobega e Ricci con conclusione fuori. La bellezza di questo ‘dialogo’ a tre avrebbe sicuramente meritato più fortuna.

Ma è stato tutto il Toro a funzionare bene con una difesa arroccata sul grande Bremer, un vero gladiatore che ha spadroneggiato come sempre nella propria area sia di fino sia quando c’era bisogno di ricorrere alla durezza nei contrasti.  Una bellezza di centrale difensivo, moderno e concreto. Ma non si potrebbe dimenticare la prestazione di Rodriguez che ha giocato la più bella partita da quando è al Toro, sempre bravo in marcatura ma anche nella fase di impostazione e rilancio. Il centrocampo granata che poggiava sui due mediani Ricci e Lukic, aiutati sempre da Pobega e dai due esterni, hanno retto bene il confronto con i diretti avversari, anche se è dovere riconoscere la prestazione gigante di Tonali. Singo, instancabile, ha tenuto duro e bene contro il più quotato Theo Hernandez, che non gli è mai andato via. L’unico un po' in difficoltà è stato Zima, spesso saltato dal bravo Leao, ma non si è mai arreso e alla fine il portoghese è stato più fumo che arrosto.

Il Milan ha attaccato, ed è dovere di cronaca riconoscerlo come le parate di Berisha, sempre più sicuro di sé con un paio di parate di una certa difficoltà, ma da una squadra che vuole vincere lo scudetto ci si aspettava qualcosa di più. In realtà le fasi di attacco della squadra di Pioli sono sempre state molto disordinate, senza contare passaggi e lanci sbagliati. Ad un certo punto nel forcing finale i rossoneri sembravano in stato confusionale, senza saper cosa fare per impostare un'azione d’attacco.

Il Toro ha un grande instancabile campione: Andrea Belotti, che se è vero che non ha segnato è altrettanto vero che si è battuto come un leone anzi no, come un vero Toro, ed in un paio di occasioni è andato vicino al gol, la prima quando aggancia al volo un bel lancio e tira prontamente ma è pronta anche la deviazione in angolo di un difensore, la seconda quando raccoglie  al 74' un assist di Vojvoda per poi concludere in corsa sull’esterno della rete. Nulla da dire, Juric ha saputo preparare ottimamente questa partita ed è la dimostrazione che questo Toro sicuramente vale qualcosa di più dell’attuale posto in classifica.